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Ma il lavoro resta una priorità

disoccupazione_giovanile_lavoroNonostante i miglioramenti che si osservano in Italia e in Europa, il lavoro continua ad essere una delle maggiori preoccupazioni dei cittadini europei (e di quelli italiani, in particolare). Secondo l’ultimo sondaggio Eurobarometro, il contrasto alla disoccupazione deve essere una priorità per il 77% dei cittadini, tra gli italiani la quota di quanti la pensano in questo modo sale all’88%. Gli ultimi dati Istat confermano il periodo positivo, con una lieve crescita del tasso di occupazione mentre il tasso di disoccupazione scende all’11,5%. Un miglioramento che si rileva anche nell’Eurozona e nell’Ue28, in entrambi i casi un decimale in meno a maggio rispetto al mese di aprile (rispettivamente al 10,1% dal 10,2% e all’8,6% dall’8.7%). Eppure, andando ad analizzare nel dettaglio alcuni aspetti, si capisce perché il lavoro rimane una delle preoccupazioni più sentite.
I problemi non sono scomparsi del tutto, in effetti: la ripresa resta fragile pure in presenza di una politica monetaria accomodante da parte della Bce, il contesto internazionale appare ancora incerto, Bruxelles dovrà nei prossimi mesi traghettare l’uscita del Regno Unito dall’Ue (confidando che il processo non abbia poi ripercussioni gravi sulla ripresa economica europea). Circostanze, insomma, che potrebbero alterare l’andamento del mercato del lavoro.
È in questo quadro che si rilevano i ritardi già osservati negli anni della crisi. Nel vecchio continente, ad esempio, ci sono più di 22 milioni di persone in cerca di lavoro, senza trovarlo. E quasi la metà, stando al rapporto della Fondazione Bertelsmann sul tema della disoccupazione di lunga durata, vive tale condizione da oltre un anno. La situazione accomuna coloro con un basso livello di specializzazione e coloro che hanno un livello di formazione intermedia. Colpisce soprattutto i lavoratori più maturi, ma anche i più giovani sono a rischio. E, infine, è un problema che riguarda molto l’Italia, ai vertici della classifica per disoccupazione di lunga durata alle spalle di Grecia, Spagna e Portogallo.
Maggiori difficoltà continuano ad emergere sul fronte delle differenze di genere. In Italia in particolare, anche qui nonostante i miglioramenti registrati di recente. Un contributo importante al mercato del lavoro, infatti, è giunto dalla componente femminile (a maggio la crescita degli occupati rispetto ad aprile ha interessato principalmente le donne), ma nel complesso è ancora molto ampio il divario con la componente maschile (il tasso di occupazione femminile è fermo al 47,9%), mentre il tasso di inattività si attesta al 45,1% (tra gli uomini è al 25,4%).

 

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