Economia Usa, la Brexit preoccupa anche la Fed
La Brexit, il processo di uscita del Regno Unito dall’Unione europea a seguito dell’esito del referendum del 23 giugno, preoccupa anche oltreoceano. Lo dice a chiare lettere la statunitense Federal Reserve (Fed), paventando rischi su consumi e sul settore finanziario.
La Fed ha pubblicato le sue considerazioni sul Beige Book che anticipa la riunione di fine mese in cui è plausibile si decida di rimandare ancora il secondo rialzo dei tassi di interesse, lasciandoli invariati allo 0,25-0,50%. La Fed, infatti, oltre ai rischi connessi al contesto internazionale (Brexit, appunto, rallentamento del commercio mondiale), giudica la crescita “modesta”.
Negli Stati Uniti la stima del primo trimestre è stata rivista al rialzo (+0,3% su base congiunturale rispetto al precedente +0,2%) dopo la revisione, in aumento, delle esportazioni. Ma si conferma il rallentamento dell’economia “in parte legato alla contrazione degli investimenti fissi non residenziali”, come ricordava l’Istat nella sua nota mensile. Mentre la crescita nel settore dei servizi, osserva la Fed, è più uniforme, quello manifatturiero presenta un andamento altalenante.
Il mercato del lavoro, cui la Federal Reserve dedica particolare attenzione, mostra, al contrario segnali incoraggianti. Nel mese di giugno le nuove domande per il sussidio di disoccupazione, anche se sono di poco aumentante, si mantengono su livelli piuttosto bassi. In più nello stesso periodo di riferimento, sono stati creati 172 mila nuovi posti di lavoro, un dato che è migliore delle attese secondo cui l’incremento si sarebbe dovuto attestare a 159 mila unità.
Dunque dopo un mese di maggio preoccupante, in cui il numero di posti di lavoro creati era stato decisamente deludente, a giugno il mercato del lavoro è tornato a correre. Un dato positivo, in questo senso, è stato il lieve rialzo del tasso di disoccupazione dal 4,7% al 4,9%, segno che sono aumentate le persone in cerca di lavoro a fronte di una partecipazione ai minimi registrata nel periodo precedente.
Per quanto riguarda redditi e consumi gli aumenti sono contenuti, ma ad ogni modo positivi. La spesa per consumi ha registrato a maggio un +0,4%, in considerazione dei redditi in crescita dello 0,2% (stesso ritmo, più lento rispetto al mese precedente, per i redditi disponibili). In ogni caso a giugno il clima di fiducia dei consumatori risultava in miglioramento, trainato sia dalle aspettative dei consumatori sia dai giudizi sulla situazione corrente.