Rallenta l’economia, esportazioni al palo
Negli ultimi tempi la crescita è stata sostenuta soprattutto dalla domanda interna, a fronte cioè di un rallentamento delle esportazioni (a differenza di quanto avvenuto negli anni della crisi). Tuttavia, l’attuale fase di incertezza caratterizzata dalle tensioni internazionali e da fattori quali la Brexit, ha rimesso tutto in discussione. E ora anche la Bce ha tagliato le stime di crescita del Pil dell’Eurozona.
Secondo gli economisti di Francoforte, come già sottolineato dal Fmi, l’effetto Brexit si farà sentire principalmente nel 2017. Per quest’anno, sostiene la Bce, la crescita resterà invariata rispetto alle stime iniziali (+1,5), nel 2017 sarà dell’1,4% anziché dell’1,6%.
La componente estera, ad ogni modo, sta soffrendo da tempo anche il rallentamento delle economie emergenti con un impatto non trascurabile sull’andamento del commercio mondiale. In questo contesto anche la Germania ha registrato un ritmo più lento (a maggio una flessione mensile dell’1,8%), pur contribuendo maggiormente al saldo più che attivo dell’area della moneta unica.
Per quanto riguarda l’Italia, nel medesimo periodo il surplus commerciale è migliorato seppure in presenza di una debolezza delle esportazioni. Stando ai più recenti dati Istat, invece, nel mese di giugno, rispetto a quello precedente, le esportazioni extra-Ue mostrano un lieve incremento (+0,3%) mentre le importazioni risultano in diminuzione (-0,5%). Il surplus commerciale (+3.462 milioni) è superiore a quello dello stesso mese del 2015 (+2.052 milioni). Tuttavia, su base annua si registra un calo dell’export del 2,8%, nei primi sei mesi dell’anno del 3,9% tendenziale.
L’incertezza che deriva dai recenti fatti di terrorismo e dal processo di uscita del Regno Unito dall’Ue non frena solo il nostro paese. L’attività delle imprese dell’Eurozona, infatti, ha fatto segnare un rallentamento – così come emerge dal Purchasing managers index (indice Pmi) – ai minimi da oltre un anno. A luglio l’indice resta in territorio positivo, ma si attesta a 52,9 punti dai 53,1 di giugno. Comunque – questo, almeno, l’aspetto positivo – al di sopra delle attese.