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Brexit: nel 2017 lʼItalia potrebbe crescere meno del previsto

posto di lavoroSecondo le stime dell’UPB, il Prodotto interno lordo (PIL) italiano potrebbe crescere intorno allo 0,2% nel secondo trimestre e di circa lo 0,1% nel terzo. Performance non certo esaltanti e che, se confermate, consentirebbero all’economia italiana una crescita complessiva per il 2016 di poco inferiore all’1%. In ribasso rispetto all’ultima stima ufficiale dell’esecutivo, diffusa ad aprile e contenuta nel Documento di economia e finanza, che prevede un aumento leggermente più sostanzioso (+1,2% su base annua).
Secondo l’UPB, la domanda interna continua a trainare la crescita del PIL. L’aumento del potere d’acquisto degli italiani – cresciuto anche grazie al crollo dei prezzi petroliferi – non si è tradotto in un altrettanto consistente aumento dei consumi: le famiglie italiane hanno preferito ricostruire i risparmi erosi dalla crisi economica.
Fattori di incertezza non mancano, purtroppo. L’UPB sottolinea che l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, sancita dal referendum del 23 giugno scorso, “potrebbe sottrarre dai 2 ai 4 decimi di punto alla crescita del prossimo anno, a seconda della severità delle ripercussioni sui mercati finanziari e sull’offerta di credito”.
La Brexit non preoccupa soltanto l’UPB. Nei giorni scorsi il Fondo monetario internazionale (FMI) ha abbassato le stime di crescita dell’economia mondiale e della zona euro. Il PIL globale crescerà tanto nel 2016 (+3,1%, ovvero lo 0,1% in meno rispetto alle attese di aprile) quanto l’anno prossimo, quando la crescita sarà del 3,4%, anche in questo caso lo 0,1% in meno rispetto alle precedenti stime.
Nell’Eurozona l’impatto negativo si avvertirà principalmente nel 2017, con la crescita che sarà dell’1,4%, lo 0,2% in meno rispetto a quanto precedentemente stimato. Per l’anno in corso, il Fondo monetario internazionale prevede una crescita dell’1,6%, lo 0,1% in più. Questo perché nel primo trimestre del 2016, l’area dell’euro è cresciuta più del previsto, sostenuta da domanda interna e investimenti in ripresa.

 

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