L’andamento dell’export italiano
Sebbene le esportazioni, negli anni della crisi economica, abbiano fornito un contributo notevole all’Italia consentendole di rimanere a galla in un momento in cui la domanda interna risultava piuttosto debole, oggi, a causa degli scenari internazionali, qualcosa è cambiato.
Una serie di fattori hanno influito notevolmente sull’andamento dell’export italiano: dal rallentamento dei Paesi emergenti all’embargo russo (la risposta di Mosca alle sanzioni imposte da Ue e Stati Uniti in seguito ai disordini in Ucraina), fino ad arrivare al risultato del referendum sulla Brexit nel Regno Unito, che ne ha sancito l’uscita dall’Unione europea, e alle tensioni geopolitiche in molte aree del pianeta.
Solo in seguito all’embargo russo, stima la Coldiretti, il valore delle esportazioni agroalimentari italiane verso Mosca è diminuito di circa 7,5 miliardi di euro in due anni. Senza contare il danno d’immagine dettato dall’ampia presenza del falso Made in Italy.
Altro fattore di rischio è l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. In una recente analisi il Sace (società assicurativo finanziaria del gruppo Cassa depositi e prestiti), pur scongiurando ripercussioni sul settore agroalimentare, stima performance negative per la meccanica strumentale (+4-6% nel 2016 e -10-18% nel 2017 contro il +6,3% del 2015), per i mezzi di trasporto (dal +18 del 2015 al +6-8% del 2016 e al -10-16% del 2017) e per il settore del tessile e dell’abbigliamento riporterà (in crescita del 6-9% quest’anno ma il calo dell’1-3% nel 2017, contro il +9,2% del 2015).
Tuttavia, nonostante questi fattori, il Sace stima buone performance per l’export i prossimi anni. Nel 2016 l’export dovrebbe infatti crescere del 3,2% per poi accelerare nel 2017, +3,8%; nel 2018, +3,9%; e nel 2019, +4,1%.