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La Germania non sembra temere effetto Brexit

germania_lavoroLa Germania non sembra temere l’effetto Brexit, almeno per il momento e nonostante i timori del ministero dell’Economia che paventava per il secondo trimestre dell’anno una crescita più contenuta proprio a causa del processo di uscita del Regno Unito dall’Unione europea dopo il referendum di giugno. Effettivamente il Pil è aumentato dello 0,4%, quando nel periodo precedente la crescita era stata dello 0,7%. I timori erano legati soprattutto al minor contributo della domanda interna rispetto al recente passato, ma in compenso nel secondo trimestre è stato il commercio estero (0,6%) a trainare la crescita. Nel periodo aprile-giugno le esportazioni sono aumentate, infatti, dell’1,2% (le importazioni hanno invece registrato un calo dello 0,1%).
Insomma, sebbene le incertezze del momento e la Brexit, la Germania continua ad essere la locomotiva dell’Eurozona, a fronte di un rallentamento del commercio che ha certamente interessato l’area dell’euro nell’ultimo periodo.
Una prima conferma dello stato di salute, comunque positivo, della Germania era giunto dalla produzione industriale che, seppure leggermente al di sotto delle attese, è risultata in aumento dello 0,8% a giugno su base mensile, in netta contrapposizione con la flessione del mese precedente.
Ad ogni modo su base annua la crescita economica tedesca è stata del 3,1%, in accelerazione rispetto al +1,5% dei tre mesi precedenti e in linea con la stima preliminare (anche se su base destagionalizzata, la crescita si riduce all’1,8%).
Eppure l’incertezza economica generale sembra condizionare il clima di fiducia, ma non più di tanto. L’indice Zew, che misura la fiducia degli investitori, è salito ad agosto di 0,5 punti da -6,8 di luglio, un risultato comunque sotto le attese. L’indice Ifo sul clima di fiducia delle imprese tedesche, invece, si è attestato nello stesso periodo a 106,2 punti, anche in questo caso inferiore alle attese degli analisti.

 

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