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Quando le emergenze frenano il turismo

Gli attentati terroristici condizionano il trend del turismo. Ma uno studio del WTTC sostiene che altri eventi hanno un impatto ancor più negativo sul settore
di Mirko Spadoni

parigiIl 13 novembre del 2015, alcuni uomini legati al gruppo terrorista dello Stato islamico (IS) hanno organizzato diversi attentati a Parigi, uccidendo complessivamente 130 persone e ferendone altre 368. Gli effetti di quegli attacchi sono percepibili ancora oggi. Un rapporto del Comitato regionale del Turismo sostiene che, “dall’inizio del 2016, è stata registrata una perdita di 750 milioni di euro di fatturato per i professionisti del turismo di Parigi e gli abitanti della regione Ile-de-France”. A conti fatti, tra gennaio e giugno, ci sono stati un milione di turisti in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I terroristi non sono gli unici responsabili, però. Secondo la Commissione, anche le continue proteste – a giugno, le manifestazioni contro la riforma del lavoro voluta dal premier Manuel Valls hanno bloccato Parigi per diversi giorni – e le inondazioni hanno contribuito ad un calo del numero dei turisti che non ha precedenti dal 2010. Quello francese non è un caso isolato.

UN ALTRO ESEMPIO, LA TURCHIA
Anche la Turchia non vive un periodo felicissimo. Secondo i dati del ministero del turismo turco, gli arrivi di stranieri nel primo trimestre del 2016 sono diminuiti di quasi il 41% rispetto allo stesso periodo del 2015, passando dai 4.123.109 dei primi sei mesi dello scorso anno a 2.438.293 del 2016. I numerosi attentati – Le Monde riporta che, dal 1° gennaio al 28 giugno del 2016, ci sono stati 7 attacchi terroristici, costati la vita a 138 persone – hanno sicuramente reso la Turchia una meta meno ambita dai turisti stranieri.

QUANTO TEMONO IL TERRORISMO I TURISTI ITALIANI
Dunque il terrorismo influenza l’andamento del settore turistico. Difficile sorprendersi, però: secondo l’analisi sulle Vacanze Made in Italy condotta da Coldiretti-Ixè, il 27% degli italiani ha dichiarato di essere stato condizionato dal terrorismo nella scelta della località turistica nel 2016. Una percentuale che sale al 47% tra i giovani d’età compresa tra i 18 e i 24 anni. Che il luogo scelto dove trascorrere le proprie vacanze sia all’estero o all’interno dei confini nazionali poco importa: un sondaggio Confesercenti-SWG rivela che per il 46% degli italiani non esistono mete sicure al 100%. Una consapevolezza che comunque non li induce a rinunciare alle vacanze. Ma questo vale anche per gli altri turisti in giro per il mondo.

COME ANDRÀ IL TURISMO NEL 2016
Nonostante i rischi legati al terrorismo e alle instabilità politiche, il 2016 dovrebbe essere un anno positivo per il comparto turistico che dovrebbe continuare a crescere. Un rapporto del WTTC – il World Trade & Tourism Council, un organismo che raggruppa i maggiori esponenti dell’industria turistica mondiale – prevede che l’attività turistica a livello globale dovrebbe aumentare del 3,1%. Una delle poche eccezioni? La Turchia, naturalmente: il WTTC prevede che il contributo dell’attività turistica al PIL turco dovrebbe diminuire del 3,2% contro lo 0,2% stimato in precedenza. In Francia, invece, le previsioni stimano una crescita dell’1,1%, in calo rispetto alla precedente stima (+2,9%).

LO STUDIO DEL WTTC
In un suo altro report, il WTTC ha misurato quanto tempo ci vuole prima che il settore turistico riesca a riprendersi da un evento negativo. L’analisi sostiene che i disordini politici e i disastri ambientali (terremoti, inondazioni…) hanno un impatto più significativo sul comparto, allontanando i turisti per un tempo medio superiore – rispettivamente 27 e 24 mesi circa – rispetto ai 13 mesi di un attentato terroristico. Il motivo è semplice: i disastri ambientali richiedono la ricostruzione delle infrastrutture.

IL TURISMO DOPO L’11 SETTEMBRE 2001
Ci sono casi e casi, ovviamente. Citando uno studio condotto da Brent Neiman e Phillip Swagel dell’University of Chicago Booth School of Business, lo United States Department of Homeland Security – il Dipartimento della sicurezza interna statunitense – sostiene che i viaggi dall’estero verso gli Stati Uniti sono tornati ai livelli precedenti dell’11 settembre del 2001 dopo circa sei anni dagli attentati condotti da al Qaeda e nonostante l’innalzamento delle misure di sicurezza negli aeroporti. Altre volte è andata diversamente: l’anno successivo agli attentati di Madrid del 2004, in cui persero la vita 191 persone, e a quelli di Londra del 2005, in cui sono morte 52 persone, il numero dei turisti è cresciuto in entrambi i Paesi.

 

1 Commento per “Quando le emergenze frenano il turismo”

  1. Francesca Prestia

    Buongiorno, sono una studentessa che sta facendo ricerche su come il terrorismo influenza la domanda turistica.
    Vorrei sapere, in quale studio del WTTC è scritto che la media di recupero del turismo dopo un attentato terroristico è in media di 13 mesi?

    Attendo una Vostra gentile risposta

    Francesca

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