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Primi segnali di recupero per i consumi

Lʼaumento arriva dopo cinque mesi di stagnazione, secondo Confcommercio. LʼIstat aveva rilevato per luglio una diminuzione congiunturale delle vendite dello 0,3%

bilancia_consumiÈ un segnale incoraggiante perché a luglio (ultimi dati Istat disponibili) le vendite al dettaglio erano risultate in diminuzione dello 0,3% rispetto a giugno e in calo anche rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Nei giorni scorsi, proprio l’Istat, aveva rilevato per il secondo trimestre 2016 una migliore situazione finanziaria (trainata dall’aumento del reddito disponibile e del potere d’acquisto) che tuttavia non si era tradotta in una piena ripresa dei consumi. Così questi ultimi continuano a mostrarsi deboli mentre le famiglie appaiono più inclini al risparmio.
La propensione al risparmio, la cui crescita osservata di recente deriva proprio dalla crescita del reddito disponibile, era invece diminuita l’anno scorso dello 0,6%, secondo le ultime revisioni dell’Istat relative all’anno 2015. Piuttosto, i consumi si erano rivelati un elemento di forza: con il potere d’acquisto in aumento erano infatti tornati a crescere, contribuendo alla risalita economica. In questo modo il rafforzamento della domanda interna compensava la debolezza dei mercati extraeuropei e il rallentamento degli scambi commerciali.
Tuttavia il trend del secondo trimestre 2016 conferma l’andamento del trimestre precedente, quando i consumi – a fronte di una maggiore capacità di spesa – risultavano fermi rispetto agli ultimi tre mesi del 2015. I segnali di agosto, quindi, sono da ritenersi positivi, con il clima delle imprese che migliora. Tornando così all’indicatore elaborato da Confcommercio, la risalita ha interessato tanto la componente relativa ai beni (+0,5%) quanto quella relativa ai servizi (+0,1%).
Il rialzo più significativo ha riguardato i beni e servizi per la mobilità (+2,4%, trainato dalla ripresa delle vendite di auto e moto a privati). In aumento, seppure contenuto, i beni e i servizi per la cura della persona (+0,5%), per l’abbigliamento e le calzature (+0,3%) e per i beni e i servizi per le comunicazioni (+0,3%), tutte voci che il mese precedente, al contrario, avevano fatto registrare un ridimensionamento della domanda.

 

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