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Usa 2016. Il difficile weekend di Trump

Hillary Clinton si aggiudica anche il secondo dibattito presidenziale, che si è tenuto stavolta a Saint Louis. Trump sotto i riflettori per il video del 2005 in cui fa commenti volgari sulle donne
di Fabio Germani

schermata-2016-10-10-alle-12-17-52Prendete un weekend di polemiche per un video di dieci anni prima in cui il candidato repubblicano alla Casa Bianca utilizza termini e linguaggi poco lusinghieri nei confronti delle donne. Aggiungete i passi indietro di tanti esponenti del partito, anche tra i più in vista, che già scossi per la controversa nomination decidono di ritirare il loro sostegno. Immaginate l’occasione ghiotta di annientare l’avversario per il candidato democratico, la cui rappresentazione più verosimile – nelle precedenti ore infuocate – è quella satirica del Saturday Night Live. Mettete insieme tutti questi elementi e avrete ottenuto il risultato del secondo dibattito presidenziale tra Donald Trump e Hillary Clinton, domenica sera a Saint Louis, luogo simbolo dei contrasti nelle relazioni razziali che ancora oggi interessano il paese.


La vigilia secondo il Saturday Night Live

TRUMP E LE DONNE
Se già il primo dibattito aveva illustrato i limiti di entrambi i candidati – troppo concentrati in negative ads anziché pronti a illustrare, per bene, i rispettivi piani per rilanciare l’economia, limitare le tenzioni razziali, sviluppare una politica estera in grado di condurre le sfide del futuro –, questo secondo appuntamento passerà alla storia per essere “quello in cui si è discusso del sessismo di Donald Trump”. Certo, per Hillary Clinton quale migliore occasione? Trump non è riuscito a difendersi granché – mostrando ancora una volta il fianco, a conferma di un’oratoria non all’altezza della sua fama se c’è da correre ai ripari (un elemento politico, se vogliamo, non trascurabile) –, in compenso ha contrattaccato Hillary Clinton, allo scopo di farla apparire “complice” al cospetto delle accuse di molestie e abusi sessuali che alcune donne rivolsero al marito Bill. Non solo: Trump ha poi rilanciato, sostenendo che “nessuno rispetta le donne più di me”. In pratica, il tycoon di New York ha bollato come “chiacchiere da spogliatoio” le parole pronunciate nel video incriminato mentre Clinton ha definito “falsità” gli attacchi del rivale.


Le “scuse” di Trump


Clinton: il video mostra chi è Trump


Le accuse di Trump ai Clinton

UN PASSO INDIETRO
Un passo indietro allora è doveroso per i pochi non al corrente su quanto accaduto negli ultimi giorni. Il Washington Post ha diffuso un fuori onda, risalente al 2005, in cui Trump, ospite ad un programma Nbc, si lascia scappare considerazioni volgari sui rapporti sessuali con le donne, sottolineando che tutto è dovuto quando si è una star. Il personaggio è noto, ma ora è un candidato alla presidenza. Non si può pretendere che la cosa non abbia una eco. Così, anche tra le file repubblicane già provate dalla sua nomination (se escludiamo l’ex sindaco di New York, Giuliani), arrivano le prime, pesanti prese di distanza: Paul Ryan, John McCain, la famiglia Bush (che intanto si era defilata da tempo), Condoleeza Rice e altri. Tra gli altri, il suo vice Mike Pence, il quale non ha abbandonato la nave, ma ha comunque stigmatizzato le dichiarazioni di Trump, seppure datate. John Thune, capo dei senatori del Gop, ha chiesto a Trump di lasciare il posto proprio a Pence. Trump ha risposto picche.

IL DIBATTITO
Ovviamente Clinton ha approfittato della situazione, non sarebbe potuto essere altrimenti. E la circostanza l’ha aiutata alquanto, perché quando alle strette c’è stata lei per la vicenda legata ai discorsi ben remunerati a Wall Street (stando alle recenti rilevazioni di Wikileaks) ha avuto difficoltà ad affrontare il momento. Ma in pochi se ne sono accorti: sotto i riflettori, ormai, c’era soprattutto Trump. Che secondo l’ex segretario di Stato ha messo in evidenza la sua vera natura, confermata dagli insulti ai neri, ai musulmani e ai veterani di guerra. Per la serie: sarebbe un presidente inadeguato. Trump si è quindi buttato sul caso del server privato per la gestione delle mail di lavoro quando Clinton era nell’amministrazione Obama. Trump ha detto a tale proposito che da presidente nominerebbe un procuratore il cui unico compito sarebbe indagare sulla vicenda (è doveroso ricordare che l’Fbi aveva già deciso di non incriminare l’ex First Lady). Clinton ha perciò risposto che per fortuna gli Stati Uniti non hanno un presidente con il carattere di Trump. “Perché altrimenti tu saresti in prigione”, ha chiosato il candidato repubblicano.


La “promessa” di Trump a Hillary Clinton

Sul tema fisco Trump ha ammesso di non avere pagato tasse federali (“Come molti dei donatori di Clinton”), mentre sulla Siria si è dissociato dalle posizioni espresse da Pence, ribadendo che a suo dire Assad e la Russia stanno sconfiggendo l’Isis. Il dibattito si è concluso con la richiesta di una persona del pubblico di farsi un complimento a vicenda. Clinton ha piuttosto elogiato i figli e la famiglia di Trump. Il tycoon di New York – che la volta precedente aveva sostenuto non avesse il fisico per fare il presidente – ha riconosciuto la tenacia dell’avversaria, una donna che non molla mai. Stretta di mano conclusiva (all’inizio i convenevoli erano stati messi da parte). Sipario.

COSA SI DICE
Trump potrebbe avere recuperato qualche posizione, ma è stato di fatto sfiduciato dal partito che lo sostiene. Questo lo mette nella condizione di dover affrontare l’ultimo mese di campagna elettorale in salita. Mentre Hillary Clinton si sta limitando a contenere gli attacchi dell’avversario politico e ricambiare il trattamento, spulciando gli elementi distintivi che maggiormente lo squalificano. In più esce vincitrice dal secondo dibattito presidenziale, secondo il sondaggio Cnn/Orc. Il 57% degli intervistati si è infatti espresso a suo favore, appena il 34% per Trump.

@fabiogermani

Le puntate precedenti:
Usa 2016. L’importante ruolo del vicepresidente
Usa 2016. I costi della cattiva condotta della polizia
Usa 2016. Trump-Clinton, il primo round
Usa 2016. Tensioni razziali e ciclicità degli eventi: “all involved”
Usa 2016. Chicago violenta, percezione e realtà

 

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