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Sviluppo regionale e uso dei Fondi Ue

Oltre alla creazione di nuovi posti di lavoro, i fondi hanno permesso anche il finanziamento di migliaia di progetti di ricerca e sviluppo

ricercaLa Commissione europea ha pubblicato un dossier che analizza l’utilizzo dei Fondi per lo sviluppo regionale da parte dei Paesi membri. Ecco i risultati relativi all’Italia. Tra il 2007 e il 2013 i fondi per lo sviluppo regionale destinati al nostro Paese e il cui utilizzo è proseguito fino al 2015 sono stati 21 miliardi di euro.
Una somma di denaro che, secondo la Commissione europea, ha consentito la creazione di 60mila posti di lavoro, 14mila dei quali nelle piccole e medie imprese (PMI) e 3.600 sia nel turismo che nella ricerca.Ma ha permesso anche il finanziamento di migliaia di progetti di ricerca e sviluppo (6.030), di start-up (4.472) e di imprese (51.729). Il 37% dei fondi per lo sviluppo regionale sono stati destinati al sostegno delle aziende, della ricerca, dello sviluppo e dell’innovazione.
Il resto è servito invece per la costruzione o l’ammodernamento delle infrastrutture per i trasporti (20%), la cultura (11%) e l’ambiente (10%). Nello specifico sono stati migliorati 1.035 chilometri di ferrovie, è stato favorito l’accesso alla banda larga a 2,3 milioni di persone e, inoltre, sono stati creati 403 Megawatt di capacità di produzione energetica da fonti rinnovabili. La maggior parte dei fondi (il 37% di sostegno alle imprese) ha avvantaggiato soprattutto le regioni del Nord, mentre gli investimenti nelle infrastrutture hanno interessato anche le regioni del Mezzogiorno. Restano, ad ogni modo, alcuni aspetti negativi. I fondi, infatti, avrebbero potuto garantire risultati ancora migliori di quelli effettivamente conseguiti: il report sostiene che “seri ritardi nella spesa dei fondi hanno limitato i risultati nella maggior parte delle aree”.
Tuttavia i fondi europei di sviluppo regionale continueranno ad offrire il loro contributo anche nei prossimi anni: stando alle previsioni elaborate dalla Commissione europea, nel 2023 il loro impatto sull’economia italiana sarà di un +0,5% sul Prodotto interno lordo (PIL) e dunque in crescita rispetto allo 0,3% del 2015.

 

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