Digitalizzazione della Pa. Realtà o utopia?
Nonostante gli sforzi, le amministrazioni si stanno muovendo ancora a passo lento
Risparmio, efficienza, trasparenza, semplificazione. Sia in ambito pubblico che privato, sono tanti i vantaggi che deriverebbero da una maggiore digitalizzazione dei servizi e da una completa (o quantomeno, più intensa) dematerializzazione dei supporti cartacei di istituzioni, enti e aziende.
Nonostante gli sforzi che si stanno compiendo, sia in Italia che in Europa, le amministrazioni si stanno muovendo ancora ad un passo piuttosto lento, tanto che secondo il Benchmark Measurement of European eGovernment Services, – redatto da Capgemini in collaborazione con IDC e Politecnico di Milano, giunto ormai alla XIII edizione – ad oggi solo il 60% dei servizi di eGovernment è fruibile online.
Non solo, tra i siti istituzionali monitorati dall’indagine, solo un terzo è pensato per essere mobile friendly, ovvero facilmente leggibile da mobile, mentre gran parte di essi è anche di difficile comprensione da parte dell’utenza che intende usufruirne.
Sebbene in quasi tutta l’Europa si proceda a rilento, il divario tra l’Italia e le altri principali economie dell’area rimane piuttosto ampio. Mentre per alcuni Paesi (Islanda, Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca, Estonia, Lettonia, Lituania, Germania, Austria, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Francia) gli indicatori che misurano la digitalizzazione stanno piano piano progredendo, per altri – come appunto l’Italia – si rileva una sorta di stazionarietà.
Non a caso secondo l’indice DESI (che classifica i Paesi dell’Unione europea in base alle performance al rendimento digitale) l’Italia occupa il 25esimo posto su 28, guadagnando solo una posizione tra il 2014 ed il 2015. Entrando più nel dettaglio, per quanto riguarda i servizi pubblici digitali, l’Italia occupa il 15esimo posto, avvicinandosi alla media europea, ma rimanendo comunque ben distante dai Paesi più virtuosi. Una delle motivazioni per cui quel che si è fatto non è ancora abbastanza è che gran parte dei servizi offerti dalla pubblica amministrazione è unidirezionale: solo un terzo dei servizi consente di effettuare pagamenti o portare a termine pratiche amministrative direttamente online.
La causa, ancora una volta, è da ricercarsi anche in una bassa propensione all’investimento (sia per le difficoltà legate alla crisi economica, non del tutto lasciata alle spalle, o semplicemente per uno scarso interesse ancora molto diffuso). Secondo uno studio condotto da NetConsulting gli investimenti pubblici e privati in servizi ICT si attestano al 4,8% del Pil in Italia, contro il 6,5% della media europea, il 6,8% della Germania, il 9,6% del Regno Unito e il 7% della Francia.
[…] e della fornitura di servizi al cittadino (attraverso, quindi il potenziamento dell’eGovernment). In questi progetti – 169 fino ad oggi e 54 i comuni coinvolti – sono stati investiti […]