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Prestiti fermi, nonostante il QE

Anche lʼinflazione resta attorno allo zero nellʼarea dellʼeuro, sottolinea uno studio della Cgia di Mestre
di Redazione

Nelle intenzioni della Bce, attraverso il massiccio programma di acquisto di titoli di Stato (Quantitative Easing), c’era la volontà di stabilizzare i prezzi nel breve periodo e dotare le banche di denaro pronto all’uso da immettere nell’economia reale, oltre che favorire – con il deprezzamento dell’euro – le imprese maggiormente orientate alle esportazioni. A distanza di mesi dall’avvio del programma (marzo 2015) le cose si sono però rivelate più ostiche del previsto.

bce

La Banca centrale europea ha più volte sottolineato che, senza il QE, la situazione sarebbe potuta essere peggiore di come ora appare. Ma nel frattempo i prezzi nell’area della moneta unica si sono mantenuti molto bassi, rasentando la deflazione, segno della debolezza della domanda interna, con ripercussioni negative su consumi e occupazione. Solo di recente si è cominciata ad invertire la rotta e a settembre l’inflazione nell’Eurozona si è attestata allo 0,4%, in aumento rispetto allo 0,2% di agosto.
Nell’ultimo rapporto della Bce sul credito, viene osservato come gli standard del credito alle imprese risultino stabili nel terzo trimestre dell’anno, mentre migliorano le condizioni per i prestiti alle famiglie a partire dai mutui ipotecari. In parole povere i tassi di interesse così bassi hanno un impatto positivo sul volume di prestiti erogati. Tuttavia, soprattutto per le imprese, le stime per il quarto trimestre prevedono un inasprimento delle condizioni di offerta di credito.
Le conferme, almeno per quanto riguarda il nostro paese, giungono anche da Bankitalia secondo cui vi sarebbero all’orizzonte segnali di un possibile restringimento, con una domanda in espansione (quella delle famiglie) e una invariata (quella delle imprese). Il trend, analogo, del terzo trimestre è dipeso proprio dall’andamento della domanda.
Mentre l’Abi (Associazione bancaria italiana) fa notare che si è toccato un nuovo minimo storico dei tassi di interesse sui mutui bancari per l’acquisto della casa, nel complesso il mese scorso ha registrato una crescita zero per i prestiti a famiglie e imprese (-0,01%).
Un recente studio della Cgia di Mestre, che traccia un bilancio del Quantitative Easing, mette in luce risultati che definisce “deludenti”. Nell’ultimo anno, infatti, il livello medio dei prezzi nell’Eurozona è cresciuto dello 0,2%, i prestiti alle società non finanziarie europee sono invece scesi di 0,5 punti percentuali. In Italia è andata anche peggio: con riferimento agli ultimi 12 mesi, l’inflazione si è attestata a -0,1%, mentre gli impieghi alle imprese sono scesi del 2,9%.

 

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