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In aumento gli italiani che risparmiano

La crisi economica non ha solo convinto gli italiani della necessità di accantonare somme di denaro sempre più consistenti, ma li ha spinti anche a cambiare la destinazione dei risparmi
di Redazione

Una quota consistente degli italiani crede che la crisi economica durerà ancora per molti anni. Secondo l’indagine ACRI-IPSOS su Gli italiani e il risparmio, il 40% degli italiani – il dato più alto dal 2003 – è riuscito a risparmiare nel corso degli ultimi dodici mesi, una percentuale in aumento rispetto al 2015 (+3%) e in crescita per il quarto anno consecutivo.

risparmio

Contemporaneamente, però, sono tornate ad aumentare le famiglie in saldo negativo di risparmio, passate dal 22% del 2015 al 25% attuale. Il motivo? Nel 2016, è cresciuto il numero di coloro che hanno intaccato il risparmio accumulato (dal 16% dello scorso anno al 19% attuale) mentre è rimasto costante (al 6%) la quota di chi è stato costretto a ricorrere ai prestiti.
Le difficoltà permangono, del resto: l’indagine ACRI-IPSOS sottolinea che una famiglia italiana su quattro non sarebbe in grado di fare fronte a una spesa inaspettata di 1.000 euro con risorse proprie.
La crisi economica non ha solo convinto gli italiani della necessità di accantonare somme di denaro sempre più consistenti: in una sua analisi, la Banca d’Italia osservava che, negli anni successivi all’inizio della crisi economica, la quota degli italiani che riteneva opportuno risparmiare era cresciuta notevolmente, toccando (dopo essere rimasta stabile attorno al 75% tra il 1990 e il 2006) livelli superiori al 90%.
Contemporaneamente, però, sempre meno famiglie reputavano effettivamente “possibile” risparmiare.
Ma la crisi economica ha spinto gli italiani anche a cambiare la destinazione dei risparmi. Un’indagine sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani condotta da Doxa per il Centro Einaudi e Intesa Sanpaolo rivela che il risparmio “fatto per i figli” ha superato quello “per la casa” (17 contro l’8,5%) sottolineando che “il rapporto tra le due motivazioni era invertito” prima dell’inizio della crisi economica, “quando il risparmio per la casa precedeva quello per i figli”.

 

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