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Lavoro: con meno NEET il Pil crescerebbe dell’8,4%

Ad oggi il nostro Paese è al 35esimo posto nell’area Ocse per opportunità fornite ai giovani
di Redazione

In Italia, nel 2015, erano 2,3 milioni i giovani di età compresa tra i 15 ed i 29 anni che non lavoravano, non studiavano e non erano inseriti in nessun percorso di formazione, rientrando nella cosiddetta categoria dei NEET (acronimo inglese che sta per Not in Education, Employment or Training).

NEETIn Italia, secondo l’Ocse, il 35% dei giovani 20-24enni rientra nella categoria dei NEET

Un numero elevato ma che piano piano qualche segnale positivo lo sta dando: già le rilevazioni del 2015 segnalavano un calo della quota di NEET sul totale dei giovani 15-29enni, passando dal 26,5% al 25,7% dell’anno precedente. Una diminuzione riscontrata anche nelle rilevazioni più recenti dell’Istat, secondo cui nel secondo trimestre del 2016 il numero dei giovani rientranti in questa categoria è diminuito di 252 mila unità.
Una recente indagine condotta da Pwc, utilizzando dati dell’Ocse, ha quantificato i vantaggi di cui gioverebbero le singole economie azzerando il numero dei propri NEET. A livello mondiale, per esempio, una diminuzione dei giovani che non studiano e non lavorano comporterebbe un aumento del Prodotto interno lordo di mille miliardi di dollari.
Solo tra i Paesi del G7 (Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti d’America e Canada) si genererebbe un aumento del Pil pari a 777 miliardi di dollari. In Italia, secondo le stime dell’Ocse, il 35% dei giovani tra i 20 ed i 24 anni rientra nella categoria dei NEET, un dato che, se ridimensionato, comporterebbe un aumento del Pil di 8,4 punti percentuali e di 156 miliardi di dollari in valori assoluti.
Ad oggi il nostro Paese è al 35esimo posto nell’area Ocse per opportunità fornite ai giovani, piazzandosi alla spalle di Grecia (al 34esimo) e Spagna (al 33esimo). In cima alla classifica troviamo invece la Svizzera, la Germania e l’Austria.
Tuttavia, ad oggi, nonostante le strategie per mettere un freno al fenomeno, sembra ancora un miraggio una diminuzione consistente del numero di NEET. Stando ai dati dell’OCSE solo tra il 2007 ed il 2015 il NEET RATE in Italia è aumentato del 10%, ad un tasso superiore a quello registrato in gran parte dei Paesi europei. In Spagna si è infatti registrato un +6,8%, in Francia un +4,3%, in Irlanda un +2,1% e in Portogallo un +1,9%.
Ci sono Paesi dove si è addirittura registrato un calo. È il caso della Germania, con un -3,5%, o del Regno Unito, con un -1% (dove un azzeramento del numero dei NEET comporterebbe un aumento del Pil di 45 miliardi di sterline, +2,3%)

 

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