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Cosa dicono gli ultimi dati Istat sul lavoro

Il saldo ancora positivo su base annua si regge ormai solo sul boom di assunzioni del dicembre 2015 (fine degli incentivi triennali)
di Fulvio Fammoni*

manifatturiero

I dati Istat su occupati e disoccupati del mese di ottobre confermano la progressiva tendenza al calo dell’occupazione (-30 mila unità rispetto al mese precedente), prevalentemente per la diminuzione del tempo indeterminato mentre aumenta il lavoro a termine. Il lavoro dipendente – infatti – diminuisce di 39 mila unità di lavoro stabile e si incrementa di 7 mila per il termine.
Il saldo ancora positivo su base annua si regge ormai solo sul boom di assunzioni del dicembre 2015 (fine degli incentivi triennali).
Particolarmente significativa è la suddivisione di questi dati per fasce di età.
In ottobre aumentano gli occupati solo nella fascia con più di 50 anni e diminuiscono in tutte le altre; stesso dato nel trimestre agosto/ottobre 2016 rispetto a quello precedente (per gli ultracinquantenni influisce il forte calo dei pensionamenti).
Infine, dovrebbe essere evidente come – nella realtà italiana – i dati su disoccupazione e inattività debbano essere letti congiuntamente e non utilizzati di volta in volta a sostegno di singole tesi.
Questo mese la disoccupazione cala mentre l’inattività aumenta, il mese scorso è avvenuto il contrario.
È sempre positiva l’emersione di una parte di inattività, anche perché fra gli inattivi una quota vicina al 10% si autodichiara disoccupato.
In Italia – i dati sono rintracciabili sempre nelle statistiche ISTAT – il tasso di inattività è fra i più alti d’Europa e dentro questo aggregato si colloca dunque anche una parte di disoccupazione non ufficiale. D’altronde un tasso di occupazione al 57% non è statisticamente spiegabile solo con una disoccupazione fra l’11% e il 12%.

*Presidente della Fondazione Giuseppe Di Vittorio

 

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