Cosa dicono gli ultimi dati Istat sul lavoro
I dati Istat su occupati e disoccupati del mese di ottobre confermano la progressiva tendenza al calo dell’occupazione (-30 mila unità rispetto al mese precedente), prevalentemente per la diminuzione del tempo indeterminato mentre aumenta il lavoro a termine. Il lavoro dipendente – infatti – diminuisce di 39 mila unità di lavoro stabile e si incrementa di 7 mila per il termine.
Il saldo ancora positivo su base annua si regge ormai solo sul boom di assunzioni del dicembre 2015 (fine degli incentivi triennali).
Particolarmente significativa è la suddivisione di questi dati per fasce di età.
In ottobre aumentano gli occupati solo nella fascia con più di 50 anni e diminuiscono in tutte le altre; stesso dato nel trimestre agosto/ottobre 2016 rispetto a quello precedente (per gli ultracinquantenni influisce il forte calo dei pensionamenti).
Infine, dovrebbe essere evidente come – nella realtà italiana – i dati su disoccupazione e inattività debbano essere letti congiuntamente e non utilizzati di volta in volta a sostegno di singole tesi.
Questo mese la disoccupazione cala mentre l’inattività aumenta, il mese scorso è avvenuto il contrario.
È sempre positiva l’emersione di una parte di inattività, anche perché fra gli inattivi una quota vicina al 10% si autodichiara disoccupato.
In Italia – i dati sono rintracciabili sempre nelle statistiche ISTAT – il tasso di inattività è fra i più alti d’Europa e dentro questo aggregato si colloca dunque anche una parte di disoccupazione non ufficiale. D’altronde un tasso di occupazione al 57% non è statisticamente spiegabile solo con una disoccupazione fra l’11% e il 12%.
*Presidente della Fondazione Giuseppe Di Vittorio