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I dati sui permessi di soggiorno in Italia

Spiega l'Istat che "la crescita relativa dei permessi per asilo e protezione umanitaria negli ultimi anni è stata rapidissima: si è passati dal 3,7% del 2007 al 28,2% dei permessi di soggiorno nel 2015"
di Redazione

Nel 2015, in base ai dati diffusi da Eurostat, il numero di persone che hanno fatto richiesta di asilo politico in un paese europeo è più che raddoppiato rispetto all’anno precedente (1.257.030). Il Paese nel quale è stato presentato il maggior numero di domande è la Germania (441.800, il 35% del totale dell’Unione Europea), seguita da Ungheria (174.435), Svezia (156.110), Austria (85.505) e, al quinto posto, l’Italia (Prospetto 1) con 83.245 richieste (il 7% del totale europeo). Quasi un richiedente asilo su tre in Europa proviene dalla Siria, ma nel caso italiano la quota più elevata di domande spetta alla Nigeria. Le prime istanze esaminate in Europa nel 2015 sono state 592.680; di queste 71.345 hanno riguardato l’Italia. La protezione è stata garantita, in varie forme, nel 52,5% dei casi. Il tasso di riconoscimento varia notevolmente a seconda del paese dove l’istanza è stata presentata. Tra i paesi con almeno 1.000 domande, l’Ungheria con soltanto il 15% di istanze accolte è il paese con il tasso più basso di riconoscimento mentre la Danimarca è quello che esprime più frequentemente un parere favorevole (81% dei casi esaminati).
L’Italia (42%) presenta un tasso di riconoscimento inferiore alla media, la percentuale è ancora più bassa per il riconoscimento dello status di rifugiato (5%) a fronte del 55% toccato dalla Germania. Naturalmente il dato è fortemente influenzato dalla diversità dei paesi di origine dei flussi che interessano i vari Stati europei. Nei primi sei mesi del 2016 sono state presentate 592.800 prime istanze (in base al dato Eurostat trimestrale da consolidare). Sia nel primo sia nel secondo trimestre, l’Italia, con 49.300 richieste di asilo, si attesta come il secondo paese europeo per numero di domande presentate per la prima volta, dopo la Germania.

I DATI IN ITALIA
La crescente rilevanza degli ingressi per asilo si coniuga in Italia con un contemporaneo decremento dei flussi in ingresso per lavoro. La crescita relativa dei permessi per asilo e protezione umanitaria negli ultimi anni è stata rapidissima: si è passati dal 3,7% del 2007 al 28,2% dei permessi di soggiorno nel 2015. A partire dal 2011 si è registrata invece una speculare contrazione di quelli per motivi di lavoro, che ha amplificato l’incidenza relativa delle altre tipologie di nuovi permessi emessi. Appare evidente che negli ultimi due anni i flussi per asilo e motivi umanitari hanno assunto, anche in termini assoluti, dimensioni mai raggiunte negli ultimi nove anni. Naturalmente si tratta di migrazioni che, risentendo fortemente di eventi contingenti legati a conflitti e, più in generale, a instabilità geopolitica, presentano intensità altalenante e non sono facilmente prevedibili nella loro dimensione. Le prime analisi sui dati provvisori relativi ai primi mesi del 2016 fanno intravedere, per i maggiorenni, una ulteriore crescita o almeno una stabilità rispetto agli ingenti flussi del 2015. Già al 31 ottobre 2016 era entrato in Italia un numero di persone in cerca di protezione di poco inferiore a quello registrato durante tutto il 2015, con un ulteriore aumento della quota sui permessi per soggiorno, che a fine ottobre supera il 42% dei nuovi permessi.
In generale l’incidenza di questi migranti sullo stock di popolazione non comunitaria che vive nel nostro Paese resta ancora contenuto. All’inizio del 2016 erano presenti nel nostro Paese 155.177 persone con un permesso per motivi connessi all’asilo politico o alla protezione umanitaria: il 4% del totale. Se tuttavia si considerano i soli permessi di soggiorno con scadenza il peso relativo di quelli concessi per asilo e protezione umanitaria sfiora il 10%.
I flussi di questi migranti, come è noto, si distribuiscono in maniera diversa sul territorio italiano rispetto ai flussi per gli altri motivi e, in particolare, coinvolgono fortemente anche il Mezzogiorno. In questa ripartizione l’afflusso recente di migranti in cerca di protezione, combinandosi a una situazione di scarsa stabilizzazione sul territorio delle ondate migratorie precedenti, fa assumere un peso rilevante a questa categoria anche in termini di stock. In diverse province del Sud e delle Isole il peso dei non comunitari presenti per asilo o protezione umanitaria supera il 20% sul totale dei permessi di soggiorno e nelle province di Caltanissetta e Crotone rappresenta più della metà della presenza: rispettivamente il 55,5 e il 65,5%. In molti casi la presenza di persone in cerca di protezione in Italia è solo temporanea. All’inizio del 2016 ha ancora un permesso di soggiorno valido il 32,3% delle persone arrivate nel 2011 e il 49,3% degli ingressi del 2012. Tra gli entrati per motivi umanitari nel 2011 ancora presenti in Italia, la quota di residenti al 1° gennaio 2016 è molto più contenuta rispetto agli entrati per altre motivazioni come lavoro e famiglia.

(fonte: Istat)

 

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