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Il trend dell’occupazione dal 2014

Ma gli incrementi occupazionali non hanno riguardato tutti i comparti: il numero delle persone con un impiego è aumentato principalmente nei servizi privati
di Redazione

Il Centro studi di Confindustria sottolinea che, dall’inizio del 2014 fino al giugno del 2016, sono cresciute tanto il numero delle persone occupate quanto le ULA e il monte ore effettivamente lavorate.
Performance in controtendenza rispetto a quanto accaduto negli ultimi anni. Tra il 2007-2009 e il 2011-2013 le imprese hanno ridotto tanto l’organico – migliaia sono stati i posti di lavoro persi durante la crisi economica – quanto tagliato le ore lavorate, riducendo gli straordinari, utilizzando il part-time o altre forme di riduzione temporanea dell’orario di lavoro e ricorrendo alla Cassa integrazione (ciò spiega perché il calo delle ULA e del monte ore lavorate è stato più intenso delle persone occupate).

lavoro

Il CsC sottolinea che l’istituzione transitoria della decontribuzione sulle assunzioni a tempo indeterminato (gennaio 2015) e l’introduzione del contratto a tutele crescenti (marzo 2015) hanno generato un (notevole) aumento dell’occupazione a tempo indeterminato. Un incremento che ha trainato la crescita dell’occupazione totale, sostituendosi in larga misura a quella a termine e compensando gli ulteriori cali di quella indipendente (circa 500mila unità perse dalla fine del 2007, di cui 85mila dall’inizio del 2014).
Gli incrementi occupazionali non hanno riguardato tutti i comparti, però: gli occupati sono aumentati principalmente nei servizi privati (+626mila unità al terzo trimestre 2016 rispetto al quarto trimestre del 2013, +616mila rispetto alla fine del 2007) e meno nell’industria in senso stretto, dove i nuovi posti di lavoro (+42mila unità) non hanno consentito di recuperare quelli persi durante la crisi economica: ad oggi nell’industria in senso stretto si contano ancora 715mila occupati in meno. In altri comparti – il CsC cita le costruzioni – l’emorragia occupazionale non si è arrestata.
Il report del CsC non considera le statistiche relative agli ultimi mesi del 2016 (il dato più recente è relativo al giugno del 2016): nella nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione si legge che l’insieme dei dati provenienti da fonti diverse (ISTAT, ministero del Lavoro, INPS e INAIL) evidenzia che durante il terzo trimestre del 2016 il livello complessivo dell’occupazione è cresciuto ancora su base annua, stabilizzandosi a livello congiunturale.

 

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