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Eutanasia e suicidio assistito: cosa ne pensano gli italiani

Temi etici. L'indagine Eurispes (2016): il 59,9% è favorevole all'eutanasia, di segno opposto le opinioni sul suicidio assistito
di Redazione

La morte di Fabiano Antoniani, conosciuto come Dj Fabo, lascerà ora strascichi cui seguiranno dibattiti e polemiche sul tema eutanasia, come fu ai tempi – circa otto anni fa – del caso Eluana Englaro. Iniziamo subito con il dire che spesso si fa confusione tra le diverse questioni: testamento biologico, eutanasia e suicidio assistito non sono la stessa cosa, sebbene nelle ultime due fattispecie le differenze non siano sempre così marcate.

medici

L’Ansa – in riferimento alla decisione di Antoniani di recarsi in Svizzera (dove è consentito il suicidio assistito, mentre in Italia qualsiasi forma di eutanasia è illegale) – ricorda che:

«È un preciso protocollo previsto dalla legge svizzera sulla “Morte Volontaria Assistita” che il paziente può arrivare a porre fine alla sua vita.
Il primo passo prevede l’attivazione dei contatti con la struttura sul territorio svizzero e l’invio della documentazione medica che attesti la patologia da cui la persona è affetta. Dopo l’accettazione da parte della struttura è previsto un colloquio con il medico che accompagnerà alla fine il soggetto. Per legge, il medico è tenuto a far desistere il paziente che lo ha richiesto dall’atto finale e, quindi, reiteratamente chiederà alla persona se vuole terminare i suoi giorni oppure vuole rimandare il tutto ad un altro momento.
Il soggetto può sempre cambiare idea e potrà fare ritorno a casa. Se invece si vuol proseguire nell’intento, il medico incontrerà nuovamente il paziente e ripeterà la richiesta se davvero si vuole procedere».
(continua a leggere)

Sono quattro, secondo gli ultimi dati del Centre d’information sur l’Europe, i paesi europei che hanno legalizzato il suicidio assistito e l’eutanasia attiva: Svizzera, Olanda, Belgio e Lussemburgo. Alcune forme di eutanasia – soprattutto quelle passive – sono invece consentite anche in altri paesi, parzialmente in Francia, in Gran Bretagna nei casi estremi, in Spagna, in Germania se è chiara la volontà del paziente.

QUALI DIFFERENZE
L’eutanasia tende ad accelerare, tramite intervento medico, la morte di una persona gravemente malata. Nei casi di eutanasia passiva, il medico smette di somministrare cure che tengano in vita il malato terminale. Il suicidio assistito prevede invece un sostegno medico e amministrativo (ad esempio nel ricovero e nella preparazione delle sostanze che indurranno alla morte) alla persona che ha deciso di mettere fine in questo modo alle proprie sofferenze.

IN ITALIA
Nel nostro paese tutto questo è illegale, di qui la decisione di Antoniani di recarsi in Svizzera. Esistono alcune proposte in materia di fine vita, ferme però da almeno un anno. Mentre la discussione alla Camera sui DAT (le “dichiarazioni anticipate di trattamento”, attraverso cui i pazienti possono esprimere al medico le proprie preferenze o fare richiesta di sospendere i trattamenti al cospetto di una malattia terminale o invalidante) – di cui abbiamo parlato con la deputata Pd, Ileana Argentin, in una recente intervista – è slittata di qualche giorno, a marzo, rispetto alla tempistica inzialmente prevista.

COSA NE PENSANO GLI ITALIANI
Sull’argomento – piuttosto delicato a fronte di convinzioni etiche o religiose degli individui e del coinvolgimento della classe medica – ha indagato l’Eurispes. Gli ultimi dati disponibili risalgono al 2016. Per quanto riguarda l’eutanasia si dice favorevole il 59,9% (era il 55,2% l’anno prima), contrario il 40,1% (il 44,8% nel 2015). Sul testamento biologico è favorevole il 71,6% degli intervistati dall’Eurispes (67,5% nel 2015), contrario 28,4% (32,5% nella precedente indagine). Di segno opposto le opinioni sul suicidio assistito: i contrari sono il 70,1% del campione, contro il 29,9% dei favorevoli. Anche in questo caso percentuali in crescita rispetto all’anno precedente.

 

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