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La competitività delle regioni italiane

Secondo lo studio della Commissione europea, “le regioni delle capitali tendono a essere le maggiormente competitive nei rispettivi Paesi”, l'Italia rappresenta un'eccezione
di Redazione

L’ultimo studio della Commissione europea non contiene risultati particolarmente positivi per l’Italia. Il rapporto, giunto alla sua terza edizione, misura l’indice di competitività regionale (RCI) delle 263 regioni che compongono l’Unione europea.

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L’RCI è un indice molto importante: la Commissione europea sottolinea che la competitività regionale è la capacità di una regione di offrire un ambiente attraente e sostenibile alle imprese e ai cittadini che vi vivono e lavorano (nel calcolare l’indice, Bruxelles considera undici “pilastri”, alcuni dei quali prettamente economici (la stabilità macro-economica, le infrastrutture, l’efficienza del mercato del lavoro, le dimensioni del mercato), altri invece meno (le istituzioni, l’istruzione di base).
Rispetto alle due precedenti edizioni, pubblicate dalla Commissione europea nel 2010 e nel 2013, Malta e diverse regioni di Francia, Germania, Svezia, Portogallo e Regno Unito hanno migliorato la propria posizione, mentre Cipro e alcune regioni della Grecia, dell’Irlanda e, più recentemente, dei Paesi Bassi hanno visto scendere il proprio punteggio. Nelle regioni orientali dell’Unione europea la competitività è in larga misura rimasta stabile.
Lo studio osserva che “le regioni delle capitali tendono a essere le maggiormente competitive nei rispettivi Paesi”. Poche sono le eccezioni: Germania, Paesi Bassi e Italia. Quello ottenuto dal nostro Paese non è un risultato positivo, purtroppo.
Pur ottenendo il miglior risultato tra le regioni italiane, la Lombardia si classifica alla 143esima posizione sulle 263 a disposizione. Il rapporto osserva che, nonostante la buona performance in termini di Prodotto interno lordo pro-capite – la Lombardia è 37esima nell’UE –, la regione lombarda non presenta i risultati “che ci si aspetterebbe” in termini di competitività.
Bruxelles formula la stessa osservazione anche nei confronti delle province autonome di Trento (41esima per PIL pro-capite, 153esima nell’RCI) e Bolzano (19esima per PIL, 160esima nel RCI), Friuli (91esima per PIL, 162esima nel RCI), Veneto (69esimo per PIL, 169esimo nel RCI), Lazio (56esimo per PIL, 156esimo nel RCI) e Valle d’Aosta (31esima per PIL, 177esima nel RCI).
La Calabria e la Sicilia ottengono il risultato peggiore, classificandosi (rispettivamente) al 235esimo e al 237esimo posto nella graduatoria che classifica le regioni in base all’indice per la competitività.

 

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