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Prosegue la fase espansiva dell’economia italiana

A febbraio l'indice Pmi manifatturiero calcolato da Markit è passato a 55 punti dai 53 di gennaio, si tratta del valore più alto dal dicembre del 2015 e il terzo più alto dal 2011. Intanto l'Istat conferma la crescita dello 0,9% per il 2016
di Redazione

L’economia italiana sembra aver ingranato la marcia giusta. Dopo la crescita del Pil registrata a fine 2016, anche nel 2017 sembra proseguire la fase espansiva del Paese. A confermarlo gli ultimi dati di Markit economics, che indicano un nuovo aumento dell’indice Pmi manifatturiero.

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L’indice calcolato dalla società londinese è un indicatore – utilizzato dalle banche centrali, dalle aziende, e dalle istituzioni di tutto il mondo – che aiuta a capire l’andamento economico (e a prevederne gli scenari futuri) di un Paese (in questo caso dell’Italia) o di un’area, basandosi su una serie di indicatori – come la produzione, l’occupazione, gli ordinativi e le scorte – del settore manifatturiero.
Le ultime rilevazioni presentano infatti un nuova accelerazione dell’indice Pmi, passato a 55 punti a febbraio contro i 53 di gennaio, raggiungendo il valore più alto dal dicembre del 2015 ed il terzo più alto dall’aprile 2011. Nel resoconto mensile Markit spiega poi che, il forte incremento di nuovi ordini registrato a febbraio, ha comportato il maggior aumento della produzione manifatturiera italiana dalla fine del 2015. I buoni risultati messi a segno nei primi due mesi dell’anno, insieme al ritrovato ottimismo sulle prospettive di attività per l’intero 2017, hanno portato anche ad una forte crescita occupazionale nel settore manifatturiero: la più elevata dalla fine del 2000.
In effetti, un miglioramento della fiducia del settore manifatturiero è stato riscontrato anche dalle rilevazioni periodiche dell’Istat riguardanti il clima di fiducia delle imprese. A febbraio l’Istituto – a fronte di un calo della fiducia dei consumatori da 108,6 punti a 106,6 – ha registrato una crescita di quella delle imprese di quasi un punto (da 103,3 a 104), raggiungendo il livello più elevato dal gennaio scorso. In particolare l’indice delle imprese manifatturiere è passato da 105 a 106,3 punti, con un miglioramento dei giudizi sugli ordini (da -10 a -6) e di quelli sulle scorte di prodotti finiti (dai 3 di gennaio ai 4 del mese considerato).
D’altronde, anche nel 2016, l’industria è il settore che ha registrato l’aumento del valore aggiunto maggiore tra i principali settori di attività economica. Stiamo parlando di un +1,3% contro il +0,6% dei servizi e il calo dello 0,7% e dello 0,1% dell’agricoltura e delle costruzioni. Più precisamente, nell’ultimo resoconto sull’andamento del Pil (che conferma la crescita dello 0,9% per il 2016) l’Istat indica un aumento del valore aggiunto del settore manifatturiero di 1,1 punti percentuali.

 

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