Cresce l’e-commerce in Italia, ma a un passo troppo lento
Il nostro Paese è terzultimo in Europa per acquisti online. È quanto emerge da un’analisi che il Centro Studi Impresa-Lavoro ha svolto su dati Eurostat. Nel 2016 stando ai dati, solo il 29% degli italiani ha fatto acquisti in rete.
Si tratta di una quota superiore solo a quella della Bulgaria, al penultimo posto don il 17%, e a quella della Romania, in coda alla classifica con 12%. La media europea si pone quindi ben più in alto, con una quota pari al 55%. Al capo opposto della classifica troviamo il Regno Unito, primo con l’83%, e a seguire la Danimarca con l’82% e il Lussemburgo con il 78%. Gli altri nostri principali partner – Germania e Francia, rispettivamente con il 74% ed il 66% – presentano tutti quote superiori, alla media Ue, tranne la Spagna che, facendo comunque meglio di noi, si ferma al 44%.
Appare quindi chiaro il ritardo del nostro Paese riguardo l’e-commerce, un ritardo dovuto in larga parte – spiegano dal Centro Studi – anche all’inefficienza delle infrastrutture, basti pensare che, secondo i dati netindex.com, l’Italia è il 93esimo Paese al mondo per velocità di download domestica dopo la Grecia.
Gli ultimi dati sul valore dell’e-commerce indicano per l’Italia una cifra di circa 21 miliardi di euro che, per quanto in crescita, contribuisce solo in minima parte al totale del valore europeo, pari a 600 miliardi di euro l’anno. La colpa di ciò è anche la scarsa propensione delle imprese ad investire in strumenti adatti allo scopo (in Italia solo il 6% del fatturato delle imprese deriva dall’e-commerce contro una media Ue28 del 15%), eppure, secondo diversi studi, un maggior sviluppo dell’e-commerce porterebbe diversi vantaggi.
Innanzitutto, se si riuscisse a far adottare alle famiglie italiani una frequenza di acquisto simile a quella della media dell’Eurozona, il mercato dell’e-commerce italiano potrebbe arrivare a toccare i 50 miliardi di euro, raddoppiando quindi rispetto al valore attuale. Ma non solo, secondo un’indagine di BEM Research, nei Paesi dove l’e-commerce è diffuso maggiormente, le imprese sono più grandi, assumono, producono e investono di più.