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L’energia pulita crea occupazione

Oltre a garantire un maggior rispetto per l'ambiente, l'energia pulita riduce la dipendenza dei Paesi UE dalle importazioni energetiche
di Redazione

Gli ultimi dati dell’Eurostat – nel 2015 la quota di energia da fonti rinnovabili nei consumi finali nell’UE ha raggiunto il 16,7% – certificano che l’Unione europea si sta avvicinando al suo obiettivo: ottenere il 20% dell’energia complessiva (elettricità, trasporti, raffreddamento e riscaldamento) entro il 2020.

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I target variano da Paese a Paese, in realtà: l’Italia ha centrato il suo obiettivo – il 17% dell’energia da fonti rinnovabili entro il 2020 –, già nel 2014. Nel 2015 ha soltanto incrementato questa quota, toccando il 17,5% (+0,4% rispetto all’anno precedente).
Altri invece – nella nota l’Eurostat cita il caso di Francia, Paesi Bassi, Irlanda, Regno Unito e Lussemburgo – sono ancora molto lontani dal raggiungimento del proprio obiettivo. Nel complesso, però, l’obiettivo generale sembra a portata di mano. Una volta centrato i Paesi europei si impegneranno a conseguirne un altro.
Nell’ottobre del 2014, il Consiglio europeo ha approvato il quadro per le politiche dell’energia e del clima per l’UE, assumendosi l’impegno di ridurre di almeno il 40% le emissioni di CO2 entro il 2030 (l’obiettivo dovrà essere conseguito da tutti i settori economici).
Quella dell’Unione europea non è una scelta priva di fondamento: oltre a garantire un maggior rispetto per l’ambiente, l’energia pulita riduce la dipendenza dei Paesi UE dalle importazioni energetiche. Questi non sono gli unici vantaggi, ovviamente.
Nel novembre scorso, la Commissione europea ha avanzato delle proposte nell’ambito dell’azione “Energia pulita per tutti gli europei” – una di queste prevede di aumentare l’obiettivo di efficienza energetica passando dal 27% al 30%, rendendolo vincolante – che intendono privilegiare l’efficienza energetica, conquistare la leadership a livello mondiale nelle energie rinnovabili e garantire condizioni eque ai consumatori.
Secondo la Commissione europea, mobilitando fino a 177 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati ogni anno a partire dal 2021 – nel 2015, a livello globale, le energie pulite hanno attratto investimenti per 286 miliardi di dollari (dati Renewables 2016 Global Status Report di REN21) –, si potrebbero generare oltre 900mila nuovi posti di lavoro e ottenere un aumento dell’1% del Prodotto interno lordo, nell’arco di una decina d’anni.
Secondo il WWF, l’adozione di “un obiettivo di efficienza energetica più ambizioso”, del 40%, garantirebbe un risparmio fino a 32 miliardi di euro all’anno in termini di impatto sulla salute dell’inquinamento atmosferico e 2,6 milioni di posti di lavoro.

 

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