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Presidenziali Francia, l’analisi del voto

Dall'indagine di Tecnè emerge un quadro che mette in luce come sia cambiata la geografia politica del paese in cinque anni. La condizione socioeconomica degli elettori ha ormai un peso sulla scelta di voto maggiore rispetto alla collocazione politica
di Redazione

Emmanuel Macron, 39 anni, è il nuovo presidente della Repubblica francese. Si tratta dell’inquilino dell’Eliseo più giovane della storia. Già ministro dell’Economia nel secondo governo Valls, durante la presidenza di François Hollande, a seggi chiusi Macron ha subito parlato ai francesi, ribadendo la determinazione nel contrasto al terrorismo e l’impegno a difendere l’Europa, “la comunità di destini e dei popoli del nostro continente”. In più ha fatto riferimento a quelle che ha definito opportunità, dal passaggio all’economia verde alla digitalizzazione. Ma chi ha votato per lui e perché? E quale l’andamento dei flussi elettorali?

Tecnè ha elaborato un’analisi del voto francese, da cui emerge una conferma: in questa fase non è tanto la collocazione politica a spingere un elettore in una direzione o nell’altra, quanto la collocazione sociale. Si osservano perciò come due “schieramenti” opposti, quello di chi si sente garantito/sicuro e quello di chi si sente vulnerabile. Sono queste dimensioni, oggi, a veicolare maggiormente la scelta del voto, come in parte aveva già suggerito l’esito del primo turno il 23 aprile.

I RISULTATI DELLE URNE E I FLUSSI ELETTORALI
Emmanuel Macron, leader di En Marche!, è stato eletto al ballottaggio presidente della Francia con il 66,1% delle preferenze (sui voti espressi) contro il 33,9% ottenuto da Marine Le Pen del Front National. Ma il 34% delle schede sono risultate bianche o nulle, ridimensionando perciò il risultato al 43,6% per Macron e al 22,4% per Le Pen.
Il voto francese restituisce l’immagine di una geografia politica che in cinque anni è cambiata molto. Macron ha ottenuto il 71% dei voti da parte di chi, nel 2012, si era espresso per Hollande. Appena il 10% di essi ha votato per Le Pen, mentre non ha votato il 19%. Anche la maggioranza di quanti avevano votato per Sarkozy – il 51% – si sono poi schierati per l’ex ministro dell’Economia, mentre il 25% stavolta ha optato per la leader del Front National (non ha votato il 24% in questo caso). Le Pen ha invece mantenuto lo zoccolo duro rispetto al 2012 (65%) e solo il 9% le ha voltato le spalle (ma il 26%, dato certo non trascurabile, stavolta non ha votato). Tra quanti cinque anni fa espressero la propria preferenza per Mélenchon, il 50% ha votato per Macron, il 13% Le Pen e il 37% non ha votato. Il 65% di chi affidò il proprio voto a François Bayrou, stavolta ha scelto Macron. Il 13% ha preferito invece Le Pen, il 22% di fatto nessuno dei due. I flussi elettorali dagli altri candidati “minori” mostrano una differenza meno netta: il 38% ha votato per Macron, il 30% Le Pen, il 32% non ha votato.
Chi aveva già votato per loro, ha sostanzialmente ribadito quanto espresso il 23 aprile: Macron ha confermato il 98% dei voti (mentre il 2% non ha votato); Le Pen il 94% (ma il 6% non ha votato). Se si guarda ai flussi elettorali tra il primo e il secondo turno delle presidenziali francesi si scopre che il 56% degli elettori di Fillon, il candidato dei Repubblicani, stavolta ha votato per Macron, mentre il 22% per Le Pen (stessa percentuale per chi ha deciso di non esprimere una preferenza). Il 54% degli elettori di Mélenchon ha votato per Macron, il 13% per Le Pen (il 33% non ha votato). Anche il 78% degli elettori di Benoit Hamon, il candidato socialista, si è schierato dalla parte di Macron; solo il 5% per Le Pen (non ha votato il 17%).

IL VOTO GENERAZIONALE E LA CLASSE DI ETÀ DEGLI ELETTORI
Macron ha ottenuto maggiori consensi di Le Pen sostanzialmente in tutte le fasce di età, tra i giovani (41% a 20%), tra gli adulti (38% a 25%) e tra gli anziani (53% a 21%). Ma è nella classe di età 35-60 anni che Le Pen ha avuto la meglio: in questo segmento ha infatti ottenuto il 46% dei consensi contro il 37% di Macron. Tra i 18-34enni lo scarto è minimo (24% Macron – 23% Le Pen), più ampio tra gli over 60 (39% Macron – 31% Le Pen).

IL VOTO PER CLASSE ECONOMICA E PERCEZIONE SOCIOECONOMICA DEGLI ELETTORI
La dinamica relativa alla fascia di età può essere in qualche modo spiegata con la percezione socioeconomica degli elettori, che separa quanti tra loro si ritengono garantiti/sicuri e quanti vulnerabili. Condizioni lavorative e/o reddituali hanno perciò avuto un peso sulla scelta del candidato. Le Pen i maggiori consensi li ha ottenuti proprio tra coloro che si sentono vulnerabili, economicamente o socialmente: il 62%. Al contrario Macron ha ricevuto le preferenze soprattutto da chi si sente garantito: il 66%. La differenziazione del voto per classe economica, invece, vede i benestanti avere votato nel 50% dei casi per Macron (19% Le Pen, 31% non ha votato), persone del ceto medio nel 46% dei casi (21% per Le Pen, 33% non ha votato) e i poveri (o quasi poveri) nel 35% dei casi (28% Le Pen, 37% non ha votato).
I giudizi sulla situazione economica personale vengono così ripartiti: tra gli elettori di Macron “è migliorata” per il 21% del campione, “è rimasta uguale” per il 56%, “è peggiorata” per il 23%; tra gli elettori di Le Pen “è migliorata” per il 15%, “è rimasta uguale” per il 48%, “è peggiorata” per il 37%.

AUTO-COLLOCAZIONE POLITICA DEGLI ELETTORI
Il grosso degli elettori di Macron proviene dall’area di centro e centrosinistra: (sinistra 22%, centro-sinistra 14%, centro 25%), ma quote simili di elettorato si rilevano tra quanti sono di destra e di centro-destra, rispettivamente il 14% e il 12% dei consensi (non collocabili il 13%), a conferma di un asse politico – quello che fa riferimento al presidente neoeletto – piuttosto allungato. Marine Le Pen fa incetta di voti tra quanti si dichiarano di destra, mostrando un andamento meno eterogeno e più polarizzato: il 54%. Il 9% giunge dagli elettori di centrodestra, il 7% da quelli di centro, il 3% dal centro-sinistra, il 7% da chi si dichiara di sinistra (non collocabili il 20%).

(fonte: Tecnè)

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