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Eurozona a diverse velocità, in Italia permangono le incertezze

Il nostro paese crescerà meno degli altri nel biennio 2017-2018. Anche i consumatori appaiono incerti sulla situazione economica: ad aprile giudizi e attese in calo
di Redazione

Mentre – secondo le stime della Commissione europea – la crescita economica dell’Eurozona si prospetta salda sia per il 2017 che per il 2018, le previsioni per l’Italia evidenziano ancora le “fragilità strutturali” (come spiegato dal commissario agli affari economici, Pierre Moscovici) del Paese. Tra le varie economie, la nostra è quella che nel corso del biennio crescerà meno.

Le stime della Commissione indicano infatti una crescita dello 0,9% per l’anno in corso e dell’1,1% per il 2018, contro il +1,7% che interesserà l’area euro (in rialzo dal +1,6% indicato nelle previsioni d’inverno) nel 2017 e il +1,8% (invariato) del prossimo anno. Ancora più pessimiste le indicazioni del Fondo monetario internazionale, secondo cui il Pil italiano crescerà solo dello 0,8% in entrambi gli anni.
Due velocità sono riscontrabili anche sul fronte del mercato del lavoro. Secondo la Commissione il tasso di disoccupazione dell’Eurozona scenderà al 9,4% a fine 2017 e all’8,9% nel 2018, mettendo a segno il miglior risultato dal 2009. Un miglioramento notevole rispetto agli anni passati, nonostante in alcuni Paesi dell’area il tasso di disoccupazione i risultati siano stati piuttosto esigui. È il caso dell’Italia, ad esempio, per la quale le stime indicano un calo del tasso di disoccupazione all’11,7% per l’anno in corso e un’ulteriore diminuzione all’11,5% per il prossimo.
Quello che emerge dalle previsioni di primavera della Commissione è che, nonostante alcuni segnali positivi, la ripresa dell’Italia è ancora lenta. Del resto, anche tra gli stessi consumatori permane un alone di pessimismo. Osservando le più recenti rilevazioni dell’Istat riguardanti la fiducia di consumatori e imprese si può notare come ad aprile sia i giudizi che le attese sulla situazione economica dell’Italia siano in peggioramento rispetto al mese precedente, confermando l’andamento altalenante che sta interessando entrambi gli indici ormai da qualche mese. Ma vediamoli nel dettaglio.
Ad aprile i giudizi dei consumatori sulla situazione economica del Paese si sono attestati a -51 punti, appunto in (lieve) calo rispetto ai -50 punti di marzo. Il mese scorso, però, si era registrato un netto miglioramento rispetto a febbraio, quando l’indice si era attestato a -60 punti, contro i -51 di gennaio e i -45 di dicembre 2016.
Andamento simile, come già spiegato, ha interessato anche le attese: le ultime rilevazioni mostrano infatti un peggioramento da -29 a -32 punti dopo i -37 punti di febbraio, i -28 di gennaio e i -21 di dicembre. In miglioramento, invece, le attese sulla disoccupazione: ad aprile l’indice è salito a 29 punti dai 24 del mese precedente. Anche in questo caso, però, si può percepire una sorta di sfiducia: da gennaio a marzo l’indice è sempre sceso attestandosi a 34 punti a inizio anno e a 28 il mese successivo.

 

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