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Produttività ancora in calo nel 2016

La flessione ha coinvolto tanto lʼindustria in senso stretto quanto i servizi sebbene in misura meno intensa
di Redazione

Quella italiana è un’economia che cresce “a ritmi moderati” – nel 2016 il Prodotto interno lordo è aumentato dello 0,9% –, complice (soprattutto) la “scarsa dinamica della produttività”.
L’osservazione è contenuta nel Rapporto Annuale 2017 dell’ISTAT che già in passato – in uno studio intitolato Misure di produttività (anni 1995-2015) – aveva sottolineato che il nostro Paese presentava evidenti ritardi in questo senso, specie nel confronto con il resto dei nostri principali partner europei.

Tra il 1995 e il 2015, in Italia, la produttività del lavoro, calcolata come valore aggiunto per ora lavorata, è cresciuta ad un tasso medio annuo dello 0,3% (contro l’1,5% registrato in Germania e nel Regno Unito nello stesso periodo o l’1,6% della Francia).
Una performance negativa a cui se ne aggiungeva un’altra: l’Italia era l’unico Paese tra quelli considerati nello studio a registrare una diminuzione della produttività del lavoro nel 2015 (-0,3%).
Lo scorso anno, scrive l’ISTAT nel Rapporto Annuale 2017, la produttività del lavoro – ovvero il rapporto tra l’intero valore della produzione realizzata e il volume o la quantità del lavoro (unità di lavoro e/o ore lavorate) impiegato nella produzione – è risultata in diminuzione per l’intera economia (-1,1%), principalmente a fronte di un aumento del costo medio del lavoro per unità di prodotto (+1,1%).
La flessione ha coinvolto l’industria in senso stretto (-0,9%) e, in misura più intensa, anche i servizi: commercio, alberghi, trasporti, comunicazione e informatica (-1,5%) e servizi finanziari, immobiliari, noleggio e servizi alle imprese (-3,3%).
Si tratta di un dato poco positivo: la crescita economica è strettamente connessa alla produttività. E l’Italia, sottolinea l’ISTAT, ha accumulato su entrambi i fronti un ritardo notevole rispetto alle principali economie avanzate: nel periodo 2000-2014 il PIL pro-capite è diminuito del 7,1% mentre la produttività totale dei fattori è scesa del 6,2%.
La produttività totale dei fattori è fondamentale perché tiene conto dell’influenza di tutti i fattori produttivi – lavoro e capitale, ma anche la capacità di innovazione e di gestione aziendale – che portano a produrre di più a parità di risorse impiegate.
Oltre alla “prolungata stagnazione della produttività”, tra i fattori, che hanno influito sulle performance dell’economia italiana negli anni Duemila – “durante i quali la dinamica del PIL italiano è stata la più modesta tra quelle dei paesi europei” –, l’ISTAT indica anche la frammentazione dimensionale del sistema produttivo, un modello di specializzazione fondato prevalentemente su attività a tecnologia medio-bassa e le inefficienze normative e giudiziarie.

 

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