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Così la Serie A ha perso competitività

I numeri non mentono: mettendo a confronto diversi campionati in un arco temporale di quasi dieci anni si osserva il trend al ribasso della classifica. Le neopromosse hanno sempre più una spiccata tendenza alla retrocessione
di Luca Ettore Bussi

Nell’ultimo decennio il campionato italiano ha subìto un importante cambiamento nel punteggio accumulato dalle squadre. Il confronto, che T-Mag qui propone, è stato fatto con il campionato di serie A di nove anni fa, in quanto la classifica finale di quello precedente fu influenzata dai punti di penalizzazione inflitti in seguito a Calciopoli.

Nella stagione 2007-2008, la quota salvezza era “fissata” a 40 punti: basti pensare che Empoli e Parma, retrocessi rispettivamente con 36 e 34 punti, nel campionato appena concluso sarebbero salvi (Crotone ed Empoli si sono giocati la permanenza nel massimo campionato nell’ultima giornata, con i calabresi che si sono salvati con 34 punti). Rimanendo nelle parti basse della classifica si nota ancora di più la differenza che c’è tra le ultime e quelle appena sopra la zona salvezza. Nella stagione 2007/08 la quindicesima classificata (Reggina) era salva con 40 punti, appena quattro punti sopra il 18esimo posto. Nel campionato 2016/2017, la quindicesima (Bologna), ha staccato di 9 punti la zona più in fondo della classifica, non rischiando mai di venire risucchiata all’interno della lotta per non retrocedere. Ma la differenza di livello si vede anche dall’andamento dell’ultima della lista. Nove anni fa il Livorno chiuse la classifica con 30 punti, giocandosi fino a poche giornate dalla fine la permanenza in Serie A, con un distacco dalla prima in classica pari a 55 punti. Nel campionato di quest’anno, invece, il Pescara ha totalizzato appena 18 punti, vincendo solo tre gare di cui una a tavolino contro il Sassuolo, il Pescara dista 73 punti dai campioni d’Italia della Juventus: dati che confermano il livellamento verso il basso del nostro calcio. Non solo: negli ultimi due anni alcune delle squadre promosse dal campionato cadetto, vale a dire Frosinone, Carpi e Pescara sono retrocesse immediatamente.

Il decimo posto, vale a dire piazzamento a metà classifica, rimane a quota 48 punti, con una distanza dall’ultima di appena 18 punti nella stagione 2007/08 e di 30 in questa stagione. All’epoca erano ancora quattro i posti a disposizione per l’accesso alla Champions League e tre per l’Europa League (ex Coppa Uefa), mentre nella stagione da poco conclusa le prime tre classificate si sono qualificate per la massima competizione europea; dal quarto al sesto posto si ottiene l’ingresso in Europa League, con la sesta che si dovrà giocare il preliminare ad agosto. Nella stagione 2007/08 per giungere ai preliminari di Europa League bastavano 57 punti, mentre in questa stagione il Milan lo ha conquistato con 63 punti. Per la qualificazione diretta ai gironi nove anni fa bastarono 64 punti per il quinto posto e 60 per il sesto, mentre quest’anno alla quarta classificata sono serviti 72 punti e alla quinta 70. Atalanta e Lazio, che in questa stagione sono arrivate quarta e quinta, si sarebbero qualificate per il preliminare di Champions nel campionato 2007/2008: quell’anno, infatti, servirono 66 punti per il preliminare e 72 punti per l’accesso diretto. La Roma, con gli 87 punti conquistati in questa stagione, sarebbe divenuta campione d’Italia nove anni fa, quando servirono 85 punti all’Inter per vincere lo scudetto, tre punti sopra proprio i giallorossi sempre di Spalletti. Oggi la Juventus ha dovuto totalizzare 91 punti per portare a casa il tricolore.

Rispetto allo scorsa stagione il cambiamento è minimo: la Juventus ha ottenuto il titolo alla stessa quota; Napoli e Roma si sono giocate nella passata stagione la Champions fino all’ultimo, terminando poi rispettivamente a 82 e 80 punti; la zona Europa League viaggiava sui 67 punti con Inter, Fiorentina e Sassuolo. Più equilibrata la zona retrocessione con Sampdoria (40), Palermo (39), Udinese (39) e Carpi (38) che si sono giocate la permanenza nel campionato all’ultimo respiro (retrocessione per il Carpi). Ultima classificata il Verona con 28 punti, ma con 10 punti in più del Pescara quest’anno.

Ancora nella stagione 2011/2015, cinque anni fa, le lotte per lo scudetto, la Champions, l’Europa League e la salvezza erano più equilibrate. Juventus e Milan si sono giocate lo scudetto fino alla 37esima giornata, per concludere il campionato con 84 e 80 punti. Udinese, Lazio e Napoli si sono giocati l’accesso ai preliminari di Champions all’ultima giornata, dove ad avere la meglio sono stati i friulani con 64 punti. A seguire Lazio con 63 punti e Napoli con 61 punti, entrambe con accesso diretto all’Europa League. Inter e Roma si sono invece giocate la qualificazione ai preliminari di Europa League, con i milanesi che si sono posizionati al sesto posto (58 punti), due lunghezze sopra i giallorossi. La zona retrocessione ha visto scendere in B Lecce, Novara e Cesena, ma con pochi punti di distanza da Genoa, Palermo e Cagliari, salvi a tre giornate dal termine.

Con il sesto successo consecutivo della Juventus, il nostro campionato sta diventando più simile a quello tedesco, dove da anni vince il Bayer Monaco, o a quello francese che di recente ha registrato il dominio del PSG, interrotto solo quest’anno dal Monaco. Nel campionato spagnolo si alternano nei trionfi perlopiù Real Madrid e Barcellona, ad eccezione di due stagioni fa quando a vincere fu l’Atletico di Simeone. Il campionato più equilibrato, e mediamente più difficile, è quello inglese: quest’anno ad avere la meglio è stato il Chelsea di Antonio Conte, ma da anni è una sfida che include diversi club quali Manchester City, Manchester United e lo stesso Chelsea. Miracolo Leicester dello scorso anno a parte.

 

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