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Consumi di nuovo fermi: giù le vendite ad aprile

Sia la Confcommercio che l'Istat evidenziano un calo dei consumi rispetto al mese precedente. Meglio, invece, il confronto con lo scorso anno
di Redazione

Ad aprile l’indicatore congiunturale delle vendite a dettaglio ha registrato una lieve flessione in termini di valore e una variazione nulla per quanto riguarda i volumi. Al contrario, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, l’indice ha riportato un aumento, confermando l’andamento evidenziato già dall’Indicatore dei Consumi della Confcommercio.

Secondo l’Istituto nazionale di statistica nel mese considerato il valore delle vendite al dettaglio è infatti diminuito dello 0,1% rispetto a marzo, risultato di un aumento pari al +0,4% della componente alimentare e di una flessione dello 0,4% per quella non alimentare. Andamento simile ha interessato anche i volumi di vendita: al +0,6% degli alimentari si è contrapposto il -0,4% di quelle non alimentari, comportando appunto una variazione nulla dell’indice totale.
A livello congiunturale il resoconto dell’Istat fa il paio con quello della Confcommercio, secondo cui i consumi nel mese di aprile sono arretrati dello 0,5% rispetto a marzo. Bisogna comunque tenere conto che la Confcommercio nella sua analisi comprende sia i consumi di beni che quelli di servizi, in termini di quantità e non di valore. Soffermandosi sui beni si nota come i consumi abbiano riportato una flessione mensile dello 0,8%, frenando bruscamente rispetto al +0,3% e mettendo a segno il peggior risultato delle ultime dodici rilevazioni. Entrando ancor più nel dettaglio si nota come i consumi di beni alimentari e bevande siano rimasti stabili ad aprile, a fronte del +0,1% registrato il mese prima. Meglio invece i servizi, i cui consumi, secondo l’indicatore, sono aumentati di un lieve 0,1%, confermando la lieve risalita osservata già a marzo (+0,1%), dopo i cali di febbraio (-0,1%) e gennaio (-0,1%).
Rispetto ad anno fa – rileva in questo caso l’Istat – le vendite al dettaglio sono aumentate dell’1,2% in valore e dello 0,3% in volume, crescite legate in entrambi i casi dalle vendite di prodotti alimentari. Per quanto riguarda i consumi in senso stretto, la variazione tendenziale dell’indice calcolato dalla Confcommercio è stata pari al +0,2%, bilanciata negativamente dal -0,2% che ha interessato i beni mentre i servizi hanno registrato un aumento dei consumi del 2,6%.

 

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