Francia al voto per le elezioni legislative
Una delle principali preoccupazioni alla vigilia del voto in Francia riguardava la futura composizione dell’Assemblea nazionale, sia in caso di vittoria di Emmanuel Macron (che poi è avvenuta) sia in caso di vittoria di Marine Le Pen. All’Assemblea nazionale, che i cittadini francesi sono chiamati a rinnovare domenica 11 giugno per il primo turno (il secondo si terrà il 18 giugno), il governo ha bisogno di una maggioranza. Insomma, i timori erano legati alla possibilità che una situazione “straordinaria” – il ballottaggio Macron-Le Pen – potesse provocare incertezza in occasione delle elezioni legislative. In poche settimane, invece, la situazione è mutata radicalmente, a favore del nuovo inquilino dell’Eliseo.
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Intanto c’è un dato rilevante: nelle circoscrizioni estere, dove si è già votato, il movimento di Emmanuel Macron, En Marche! (ora La République En Marche), è andato molto bene, conquistando dieci circoscrizioni su 11. In più ci sono i sondaggi che premiano largamente la forza politica, che dovrebbe così ottenere una consistente maggioranza (sono 577 i deputati, eletti in collegi uninominali con sistema maggioritario in due turni per un mandato della durata di cinque anni). Piuttosto, tra le varie forze politiche, sono i socialisti ad essere i meno tranquilli: rischiano, infatti, di andare incontro ad una vera e propria disfatta.
L’altra novità che le elezioni legislative potrebbero portare è l’effettiva composizione dell’Assemblea: più donne e volti giovani, nonché diversi debuttanti. Tuttavia, anche se La République En Marche aveva promesso di candidare “esordienti” almeno per metà, Le Monde ha svelato che degli oltre 500 in corsa per un seggio, solo un terzo (poco meno di 180) possono essere considerati dei novizi. Anche se alcuni dei candidati non hanno mai avuto un seggio all’Assemblea nazionale, direttamente o indirettamente hanno gravitato attorno al mondo della politica (da quelli che hanno già ricoperto importanti incarichi nei partiti a quelli che vengono da una famiglia di politici, quale che sia stato il ruolo). In definitiva “appena” un terzo dei candidati di En Marche rappresenta una “prima volta”.
En Marche si appresta perciò ad ottenere all’Assemblea nazionale un numero di deputati che va oltre la maggioranza assoluta, che è pari a 289 seggi. Un esito – se confermato – che era impensabile soltanto alcune settimane fa, ma che non necessariamente è da considerare una buona notizia per Macron e il primo ministro Édouard Philippe: il pericolo, secondo molti osservatori, è che una tale concentrazione di potere possa rivelarsi nel lungo periodo un boomerang per il presidente francese.
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