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Poveri e giovani, generazioni in difficoltà

Anche tra le famiglie, secondo recenti dati Istat, l'incidenza di povertà assoluta diminuisce all’aumentare dell’età della persona di riferimento
di Redazione

L’allarme del presidente dell’Inps, Tito Boeri (“I giovani italiani sempre più poveri”), trova diversi riscontri osservando anche gli ultimi dati Istat sul tema. In particolare Boeri ha osservato che “’il profilo generazionale della povertà diventa così sempre più marcato”. In sostanza, è la sua analisi, il sistema di protezione sociale è riuscito a contenuto il rischio di povertà per gli over 65 anche nelle fasi più acute della crisi, mentre non è riuscito a fare altrettanto con le fasce più giovani delle popolazione. Secondo dati Inps, il 50% delle famiglie dove la persona dichiarante ha meno di 39 anni presenta redditi Isee sotto i 6mila euro, mentre nelle famiglie con un dichiarante over 60 la quota scende al 33%.

Di recente l’Istat ha diffuso il consueto report sulla povertà in Italia, anno di riferimento 2016. Se si guarda all’incidenza della povertà assoluta tra gli individui per classi di età si scopre che in tutte le fasce è avvenuto dal 2015 un incremento, tranne che per gli over 65. Ciò si rileva, più o meno in maniera analoga, sia nei casi di povertà assoluta (che viene calcolata sulla base di una soglia corrispondente alla spesa mensile minima necessaria per acquisire un paniere di beni e servizi, considerato essenziale a uno standard di vita accettabile) sia in quelli di povertà relativa (stimata individuando il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi).
Tra le persone in povertà assoluta si stima che le donne siano 2 milioni 458mila (7,9%), i minori 1 milione 292mila (12,5%), i giovani di 18-34 anni 1 milione e 17mila (10%) e gli anziani 510mila (3,8%). La condizione dei minori è in netto peggioramento – nel 2005, che è l’anno di inizio della serie storica, l’incidenza della povertà assoluta si attestava al 3,9% – e ancora tra i giovani, per i quali il valore è più che triplicato rispetto al 2005 (10% contro il 3,1%). L’incidenza della povertà assoluta, in un confronto temporale più ampio, cresce anche fra gli adulti tra i 35 e i 64 anni (da 2,7% del 2005 al 7,3% del 2016), mentre è in diminuzione tra gli anziani. Per quanto riguarda la povertà relativa e le famiglie, rispetto all’età, le più colpite sono quelle con persona di riferimento sotto i 45 anni (14,6%), mentre si rilevano valori inferiori alla media nazionale tra le famiglie con persona di riferimento di 55 anni o più (9,4% tra i 55-64enni e 7,9% tra gli ultra sessantaquattrenni). Sempre tra le famiglie l’incidenza di povertà assoluta, invece, diminuisce all’aumentare dell’età della persona di riferimento. “Questa relazione inversa (registrata per la prima volta nel 2012) – spiega l’Istat – si rafforza nel 2016: si passa infatti dal 10,4% tra le famiglie con persona di riferimento di 18-34 anni al 3,9% tra quelle con persona di riferimento ultrasessantaquattrenne”.

 

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