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Il cambiamento climatico? È colpa dell’uomo

Lo sostengono gli scienziati di 13 agenzie federali statunitensi. Uno studio europeo osserva invece i pericoli legati ai cambiamenti e al surriscaldamento
di Redazione

Il cambiamento climatico? Esiste ed è responsabilità dell’uomo. In estrema sintesi è la conclusione cui sono giunti gli scienziati di 13 agenzie federali americane nel rapporto che viene redatto ogni quattro anni nell’ambito del National Climate Assessment (lo studio viene richiesto dal Congresso statunitense e deve essere approvato dall’amministrazione in carica). Per quanto l’indagine sia circoscritta alla sola realtà americana, ciò che viene descritto riguarda anche noi: «Le prove del cambiamento climatico sono abbondanti, dall’alto dell’atmosfera alla profondità degli oceani», si legge nella bozza che il New York Times ha pubblicato in anteprima. Dal 1880 al 2015 – si spiega – le temperature sono aumentate di 1,6 gradi Fahrenheit e le cause sono da considerarsi legate al comportamento degli esseri umani. Dal 1980, poi, si è verificato un ulteriore aumento delle temperature, che ha provocato il livello più alto degli ultimi 1500 anni.

In queste ore il dibattito negli Stati Uniti è piuttosto acceso. Quello che l’amministrazione Trump sostiene a proposito dei cambiamenti climatici è noto e c’è chi teme una possibile censura. O, per meglio dire, un alleggerimento dei toni. Quello che sappiamo, ad oggi, è che l’intenzione dichiarata della Casa Bianca è quella di uscire dagli accordi di Parigi, fortemente voluti dalla precedente amministrazione e osteggiati dalla nuova nella convinzione che rappresentino uno svantaggio economico per il paese. Tuttavia, così ha fatto sapere il dipartimento di Stato, «gli Usa continueranno a partecipare ai negoziati e agli incontri internazionali sui cambiamenti climatici per proteggere gli interessi Usa e assicurare che all’amministrazione restino aperte tutte le possibili opzioni».

Le nuove rivelazioni arrivano a pochi giorni di distanza dai risultati di un altro studio, stavolta del Centro comune di ricerca della Commissione europea, dai toni se possibile ancora più allarmanti: i mutamenti delle condizioni atmosferiche potrebbero causare un aumento dei decessi in Europa di 50 volte superiore ad oggi entro la fine del secolo se non vengono adottate misure adeguate nella lotta ai cambiamenti climatici.

 

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