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Crescono gli occupati? Sì, ma soprattutto a termine

Otto dipendenti su dieci sono a tempo determinato. Ma dal lato della domanda di lavoro delle imprese si registrano miglioramenti
di Redazione

I dati relativi al mercato del lavoro nel secondo trimestre 2017 sono molto positivi, evidenziando un trend al rialzo dell’occupazione nel contesto di un più completo quadro macroeconomico in ripresa. A tale proposito, infatti, l’Istat osserva che l’assorbimento di lavoro da parte del sistema produttivo continua a espandersi in linea con la dinamica del Pil (cresciuto dello 0,4% in termini congiunturali e dell’1,5% su base annua).

Ma non è solo l’andamento dell’occupazione in crescita (+78 mila, +0,3% in termini congiunturali) a determinare uno scenario oggi migliore, anche dal lato della domanda si registrano situazioni più favorevoli. Infatti, spiega l’Istat, nel secondo trimestre 2017 le posizioni lavorative dipendenti, al netto degli effetti stagionali, registrano, nel totale delle imprese con dipendenti, un aumento dello 0,2% nell’industria e dell’1,5% nei servizi privati. Rispetto al secondo trimestre 2016 aumentano dello 0,6% nell’industria e del 4,7% nei servizi.

In più, nelle imprese con almeno dieci dipendenti, il monte ore lavorate aumenta su base congiunturale dell’1,2% nell’industria e dell’1,6% nei servizi (dati destagionalizzati) e in termini tendenziali, al netto degli effetti di calendario, cresce del 2,9% nell’industria e del 3,7% nei servizi. Le ore lavorate per dipendente aumentano dello 0,5% nell’industria e dello 0,4% nei servizi rispetto al trimestre precedente. Il tasso di posti vacanti destagionalizzato – i posti vacanti sono i posti di lavoro creati e per i quali il datore di lavoro svolge una ricerca attiva di personale – aumenta, rispetto al trimestre precedente, di 0,1 punti percentuali nel complesso delle attività e nei settori dell’industria e dei servizi.

È l’analisi qualitativa che fa emergere qualche ombra. La crescita congiunturale dell’occupazione, infatti, è dovuta all’ulteriore aumento dei dipendenti (+149 mila, +0,9%), ma oltre otto casi su dieci si tratta di dipendenti a termine (+123 mila, +4,8%). Osservando i dati di flusso, si nota un andamento analogo. Continuano così a diminure le transizioni da dipendente a termine a dipendente a tempo indeterminato (dal 24,3% al 16,5%) e a fronte della riduzione complessiva delle transizioni dalla disoccupazione all’occupazione (-3,1 punti), i flussi dai disoccupati verso i dipendenti a tempo determinato aumentano dello 0,9%.

 

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