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L’economia del turismo e la crisi

Il contributo diretto all’economia globale del comparto "viaggi e turismo" nel 2016 è stato di oltre 2.306 miliardi di dollari, pari al 3,1% sul totale del PIL mondiale. Le vacanze in Italia e i viaggi di lavoro in calo nell'UE, come è cambiato il settore negli anni
di Redazione

La narrazione durante gli anni della crisi economica ha spesso descritto il turismo come un settore in difficoltà. Non una caduta libera, in fondo si è continuato a viaggiare, ma di certo si è viaggiato meno per fare fronte alle spese e poter risparmiare. Questo è valso anche in Italia, dove il turismo ha effettivamente conosciuto un periodo di declino. Eppure i dati più recenti, molti dei quali raccolti da Guido Caselli, direttore Centro studi Unioncamere Emilia-Romagna, nello studio Il turismo invisibile, osservano che nel 2016 gli arrivi internazionali (a livello mondiale) hanno superato il miliardo e 235 milioni, vale a dire un incremento quasi del 4% rispetto al 2015. Stando alle considerazioni dell’UNWTO, l’Organizzazione mondiale del turismo, si tratta – spiega lo studio – “del settimo anno consecutivo che si registra una crescita consistente, dinamica che non si verificava dagli anni sessanta”. Non solo: “Rispetto al 2008, anno di inizio della crisi economica, il numero di turisti è aumentato di circa 300 milioni e, se allarghiamo il campo di osservazione all’anno 2000, gli arrivi dei turisti internazionali sono pressoché raddoppiati”.

Quindi? Quindi c’è che, se difficoltà ve ne sono state, altrettanto è vero che si è assistito ad un rapido recupero. Analisi che troverebbe conferma anche nei primi dati relativi al 2017 con i numeri del turismo che si sono rafforzati. Inoltre, secondo i dati del World Travel & Tourism Council (WTTC) nel 2016 la spesa turistica internazionale ha superato i mille miliardi e 300 milioni di dollari mentre nel 2010 si attestava attorno ai mille miliardi di dollari. Altro aspetto interessante citato nello studio: “Se per molte aziende e territori la capacità di stare sui mercati esteri ha rappresentato la risposta più efficace alla crisi, per altre imprese e sistemi territoriali la capacità di attrarre turisti ha consentito di contrastare la recessione economica e di rilanciare una nuova fase di sviluppo e benessere diffuso”.

QUANTO VALE IL TURISMO
Ancora dallo studio di Caselli: secondo i dati del World Travel & Tourism Council il contributo diretto all’economia globale del comparto “viaggi e turismo” nel 2016 è stato di oltre 2.306 miliardi di dollari, pari al 3,1% sul totale del PIL mondiale. Gli occupati sono 109 milioni, il 3,6 del totale. Se aggiungiamo le attività indirette, otteniamo il contributo totale: la ricchezza creata complessivamente nel 2016 è stata di 7.613 miliardi di dollari, il 10,2%, gli occupati 292 milioni, cioè circa un addetto nel settore turismo ogni 10 lavoratori. E in Italia? “Nel 2016 il PIL turistico italiano è stato pari a 186 miliardi di euro (208 miliardi di dollari), corrispondente all’11,1% del PIL complessivo, valori che collocano il nostro paese all’ottavo posto per contributo al PIL turistico mondiale misurato in valori assoluti, al 73esimo considerando l’incidenza sul valore aggiunto totale del paese”. Il numero degli occupati nell’industria turistica italiana ammonta a quasi 2,9 milioni, pari al 12,6% dell’occupazione complessiva, quota destinata a crescere nei prossimi anni, fino a superare il 14% nel 2027. E sempre tra dieci anni l’incidenza del turismo sul PIL totale in Italia raggiungerà l’11,9%, tuttavia una crescita modesta rispetto a quella di altri paesi.

LE VACANZE 2017
Questo, in generale, il quadro d’insieme (lo studio del Centro studi Unioncamere Emilia-Romagna è molto più articolato di così, qui per approfondire). Ricordate invece quegli articoli di fine estate, alcuni anni fa, quando si stimavano i cali di partenze e venivano fatte analisi sugli italiani che rinunciano alle vacanze? Ecco, da un po’ si evidenzia in effetti un’inversione di tendenza. Solo quest’anno, per non andare troppo indietro nel tempo, un’indagine Coldiretti/Ixè ha messo in luce come gli italiani in vacanza nel periodo estivo siano stati 38 milioni, in crescita del 9%. E un ulteriore segnale positivo sarebbe giunto anche dall’aumento degli arrivi dei turisti stranieri (molto, però, potrebbe avere influito la volontà di evitare le ferie nei luoghi considerati a rischio).

COME LA CRISI HA INCISO SUL TURISMO NELL’UE?
L’Eurostat risponde che nel complesso la crisi economica del decennio passato non ha colpito poi così tanto il turismo nell’Unione europea (UE). Ma dice anche che il turismo si è sviluppato in modo diverso, a seconda che i viaggi siano stati fatti per scopi personali o professionali. Tra il 2007 e il 2015, il numero di viaggi fatti dai turisti dell’UE per scopi personali (tempo libero, vacanze o visiste ad amici e parenti) è rimasto pressoché stabile a circa un miliardo di viaggi all’anno. A diminuire, invece, sono stati i viaggi di lavoro, probabilmente – ipotizza Eurostat – a causa di una riduzione dei budget destinati ai viaggi e perché esistono mezzi di comunicazione più sostenibili, sia per tempo che per costi. Nel periodo di riferimento il numero di viaggi d’affari è sceso del 40% (-6,3% in media all’anno), passando da 206 milioni nel 2007 a 123 milioni nel 2015.

 

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