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L’economia nel Mezzogiorno: il rapporto Svimez

Il Sud consolida la ripresa, anche se restano i divari con le altre aree del paese. Aumenta l'occupazione, ma «l’emigrazione sembra essere l’unico canale di miglioramento delle condizioni economiche delle famiglie»
di Redazione

Secondo quanto riportato dal rapporto Svimez, l’Associazione per lo sviluppo dell’industria del Mezzogiorno, relativo al 2016 il Mezzogiorno consolida la ripresa già avviata nell’anno precedente registrando una crescita del Pil dell’1%, maggiore, anche se di poco, rispetto alla media nazionale, con picchi in Campania e in Basilicata, rispettivamente +2,4% e +2,1%. Lo slancio dato dall’aumento generale, però, non colma del tutto il gap esistente tra le regioni del Nord e del Sud Italia per quel che riguarda il Pil pro capite. Infatti ai poli opposti della classifica delle regioni più ricche troviamo il Trentino Alto Adige, i cui abitanti in media possono contare su un Pil individuale di 38.745 euro, e la Calabria che invece si attesta a 16.848 euro pro capite.

Per quanto riguarda il lavoro, la Svimez riporta un aumento del numero degli occupati che nel 2016 sono cresciuti dell’1,7%, corrispondente a 101 mila unità, ma l’incremento non riesce ancora a compensare il numero di posti di lavoro persi dall’inizio della crisi economica, un divario tuttora in negativo di 381 mila unità su cui incide una crescita quasi del 2% del part time involontario. In generale la crescita dell’occupazione è stata del 5,5% nell’agricoltura, del 2,4% nell’industria, mentre il terziario registra un aumento dell’1,8%. La fascia d’età maggiormente interessata dal miglioramento dell’occupazione è quella degli ultra-cinquantenni, mentre i giovani meridionali occupati sono in crescita di sole 18 mila unità, con un saldo negativo rispetto al 2008 di quasi 2 milioni di giovani.
Le stime sull’aumento dei posti di lavoro devono però tener conto anche della fuga che in molti casi ancora si osserva nel Mezzogiorno. Le regioni meridionali hanno visto l’emigrazione di 62 mila abitanti, mentre il pendolarismo nelle stesse regioni del Sud si è rivelato un fattore che influenza positivamente l’occupazione. Un elemento che concorre all’emigrazione è il mancato miglioramento del tessuto sociale, infatti il 2016 vede una crescita contenuta, meno che nel Centro-Nord, dei consumi delle famiglie e la quota che esse dedicano alla spesa alimentare e per le abitazioni. Al Sud dieci persone su 100 risultano in condizioni di povertà assoluta (6 nel resto dell’Italia).
Le previsioni della Svimez aggiornate ad ottobre 2017 riportano un Pil in aumento dell’1,3% nel Mezzogiorno – che si prevede diminuirà dello 0,1% nel 2018 – contro la media nazionale dell’1,5%.

 

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