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Frena la produzione industriale a settembre

Ad oggi l’indice calcolato dall’Istat viaggia ancora su livelli inferiori a quelli del 2010, confermando le difficoltà riscontrate dall’Italia nel lasciarsi alle spalle la crisi economica
di Redazione

Qualche giorno fa, nel corso del Convegno in cui Confindustria ha raccontato gli ultimi Scenari industriali, l’associazione di categoria sottolineava come, nonostante i recenti risultati siano piuttosto incoraggianti, per recuperare il terreno perduto negli anni della crisi economica bisognerà aspettare almeno il 2021.

Che sia una strada in salita lo testimoniano anche le serie storiche dell’Istat: ad oggi l’indice della produzione industriale è ancora di qualche punto inferiore ai livelli del 2010. Senza contare poi che, sebbene tra maggio e agosto l’attività è sempre aumentata (passando dai 95,2 punti di aprile a 98,2), le ultime rilevazioni hanno mostrato una nuova, brusca, frenata.
Tra agosto e settembre, infatti, la produzione industriale italiana è diminuita dell’1,3%, registrando una flessione di otto decimi anche rispetto allo stesso mese di un anno fa (se corretto per effetti di calendario l’indice mostra invece un +2,4%).
A comportare la flessione dell’indice congiunturale sono state le performance che hanno interessato quasi tutti i raggruppamenti principali di industrie (-6,3% per l’energia, -3% per i beni intermedi e -2 per quelli strumentali). Solo la produzione di beni di consumo ha registrato un lieve incremento: +0,4% (+4,7% quelli durevoli e -0,3% quelli non durevoli).
Débâcle di settembre a parte, il consuntivo da inizio anni risulta comunque positivo. Tra gennaio e settembre la produzione è aumentata del 2,9%, riflettendo i buoni risultati messi a segno da tutte le principali industrie: +3% per i beni di consumo (+5,5% i durevoli e +2,6% i non durevoli), +2,5% per i beni strumentali, +2,2% per i beni intermedi e +4,4% per l’energia.

 

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