Eurozona: prosegue l’accelerazione dell’attività economica
Anche all’inizio di questo nuovo anno IHS Martkit ha rilevato un’accelerazione nella crescita dell’Eurozona. L’area, si legge nella nota della società londinese, ha iniziato il 2018 con una nuova accelerazione di crescita indicando un valore record in quasi 12 anni, accompagnato dal maggior aumento dell’occupazione dal 2000 e dalla più alta pressione sui prezzi in quasi sette anni.
L’indice Flash PMI Composito della Produzione dell’area indica 58,6 punti per il mese di gennaio, riportando appunto una crescita rispetto ai 58,1 punti di dicembre 2017. L’aumento dell’indice composito è stato influenzato soprattutto dall’accelerazione che ha interessato l’attività del settore dei servizi (l’indice delle attività terziarie è salito a 57,6 punti a gennaio dai 56,6 di dicembre), mentre l’indice della produzione manifatturiera ha riportato un lieve rallentamento, scendendo a 61,1 punti dai 62,2 di dicembre, ma rimanendo comunque ampiamente al di sopra della soglia dei 50 punti. L’attività, spiega Markit, ha ricevuto la spinta di un nuovo forte e generale aumento dei nuovi ordini. Anche se marginalmente inferiore alla crescita avutasi a dicembre, il flusso di ordini in entrata rappresenta il secondo maggiore incremento da luglio 2007, riflettendo l’ulteriore miglioramento delle condizioni della domanda sia per le merci che per i servizi. In miglioramento, di conseguenza, anche le prospettive future.
Commentando i dati Chris Williamson, Chief Business Economist di IHS Markit, ha sottolineato l’inizio “strepitoso del 2018 per l’Eurozona, con l’attività in espansione ad un tasso mai osservato in quasi 12 anni. L’accelerazione della crescita – spiega l’economista – ha spinto i dati dell’indagine verso un territorio in linea con l’espansione dell’economia al tasso di crescita trimestrale fortissimo che si avvicina all’1%. Con l’aumento al tasso più veloce in 17 anni dei livelli occupazionali, il miglioramento del mercato del lavoro dovrebbe invogliare i consumatori a spendere di più, e, conseguentemente, agevolare ed estendere la ripresa economica nel corso del 2018 e l’aumento dei salari. Allo stesso tempo, indicando un’accelerazione all’inizio del 2018, le pressioni sui prezzi hanno raggiunto i valori più alti in quasi sette anni. I maggiori prezzi del petrolio hanno fatto innalzare i costi, anche se in generale il potere decisionale sui prezzi è migliorato con la presenza del mercato del venditore favorito della maggiore domanda rispetto all’offerta per parecchi beni. Con un inizio anno di tale portata, è probabile che gli analisti economici rivedranno al rialzo le prospettive di crescita dell’eurozona e le previsioni inflazionistiche per il 2018, e che i responsabili delle politiche economiche mostreranno un approccio più prudente”.