I paesi che in Europa crescono di più
L’attuale fase di crescita sta interessando l’Europa nel complesso. Un incremento del Pil – su base annua – del 2,7% nell’Eurozona e del 2,6% nell’UE28, nell’ultimo trimestre del 2017, stando alle rilevazioni di pochi giorni fa dell’Eurostat. Ma chi in Europa cresce di più?
Non l’Italia, per rispondere prontamente alla domanda. Nonostante l’aumento del Pil dell’1,4% nel 2017 (dato che l’Istat dovrà confermare a inizio marzo), il rialzo più consistente da sette anni, il ritmo di crescita resta in verità tra i più bassi in Europa. E i valori pre-crisi sono ancora distanti. La Germania, in attesa del nuovo governo, resta la locomotiva del Vecchio continente. Nell’ultimo trimestre dello scorso anno (seppure in presenza di una frenata della produzione industriale a dicembre, a fronte tuttavia di un andamento sempre positivo dell’export) è infatti cresciuta del 2,9% su base annuale, con il tasso di disoccupazione che è di recente sceso ancora attestandosi al 5,4%, secondo il Federal Labour Office. Che il periodo sia particolarmente buono è dimostrato ad esempio dai progressi della Grecia, da anni alle prese con misure di austerità. Proprio in queste ore l’agenzia di rating statunitense Fitch ha alzato il giudizio sul credito sovrano del paese ellenico, che passa da “B-” a “B”.
Ma negli ultimi anni non è stata la Germania, come verrebbe facilmente da supporre, ad essere cresciuta di più in Europa. Dal 2013, infatti, è la Spagna dove il Pil ha registrato un aumento del 2,8% in media ogni anno. Per quanto come noi resti al di sotto dei livelli pre-crisi, la sorpresa riguarda in particolare il Portogallo. Anche Lisbona è dovuta scendere a patti con UE e FMI al fine di ottenere il piano di salvataggio. E dopo non poche difficoltà oggi registra crescite record. Nello specifico, lo scorso anno, il Pil ha registrato un’espansione del 2,7% dopo il +1,5% del 2016 (+2,2% nel quarto trimestre su base annuale): la crescita più robusta da 17 anni, con i consumi a sostenere la ripresa. Eppure una differenza con l’Italia c’è: se il nostro paese – notava il Sole 24 Ore – è «indietro del 5,7% raffrontando il quarto trimestre del 2017 al primo trimestre del 2008, quando si raggiunse il picco», il Portogallo si colloca “solo” a circa -2% dai livelli pre-crisi.