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Quei Paesi senza un governo, i casi più recenti in Europa

Belgio, Spagna, Olanda e – in parte – Germania. Quando l'instabilità politica può durare mesi, se non anni
di Redazione

È presto per parlare di ingovernabilità, ma di certo il voto del 4 marzo ha restituito una situazione di difficile gestione che fa presagire una prolungata instabilità politica. La data da segnare sul calendario è quella del 23 marzo quando si riuniranno le Camere. Noi oggi sappiamo che il centrodestra è la coalizione che ha vinto le elezioni, avendo raccolto il maggior numero di voti e ottenuto più seggi. Il Movimento 5 Stelle, però, è il primo partito nonché la forza politica che supera di gran lunga, singolarmente, tutte le altre. Entrambi gli schieramenti non hanno la maggioranza assoluta in Parlamento, ma alla luce dei rispettivi risultati rivendicano il diritto a ricevere l’incarico di formare un governo dal presidente della Repubblica. Sarà il capo dello Stato, Sergio Mattarella, insomma, a sbrogliare la matassa. Da giorni si dice che l’elezione dei presidenti di Camera e Senato – un passaggio comunque obbligato – potrà essere il punto di partenza per determinare rapporti di forza e possibili accordi. Quanto durerà la fase politica è una cosa ora difficile da prevedere. In caso di tentativi a vuoto, il presidente della Repubblica può sciogliere le Camere appena insediate e convocare nuove elezioni.

Al netto delle tante considerazioni che si fanno in situazioni analoghe – i timori di investitori e partner europei, la volatilità dei mercati, eccetera – l’instabilità politica non è un fatto nuovo in Europa. L’Italia non rappresenterebbe un unicum, anzi è in buona compagnia. In Germania, giusto per citare il caso più recente, la Grosse Koalition Cdu-Spd vedrà la luce a breve, dopo mesi di trattative, compromessi e referendum consultivi. In altri paesi sono stati raggiunti archi temporali molto più ampi senza un esecutivo nel pieno delle proprie facoltà, non per questo compromettendo i risultati economici. Può incidere la sfiducia, che si osserva diffusamente nel Vecchio continente, nei confronti dei partiti e delle istituzioni, oppure altro. Fatto sta che l’instabilità politica è un’esperienza con cui molti paesi hanno avuto a che fare.

In principio fu il Belgio. Tra il 2010 e il 2011 il paese rimase senza un governo per 541 giorni a causa di un mancato accordo tre le forze politiche coinvolte e l’incapacità di garantire una maggioranza certa. Una crisi politica senza precedenti, oltretutto in un paese che già aveva conosciuto qualcosa di simile, nel 2007-2008. All’epoca, però, i mesi senza governo furono “appena” sette.

In Spagna è successo piuttosto di recente. Tutto è cominciato nel 2015 quando dopo le elezioni i principali partiti – Partito popolare, Partito socialista, Podemos e Ciudadanos – non sono riusciti ad accordarsi. Il premier uscente Mariano Rajoy (Partito popolare) è riuscito a formare il governo dopo il ritorno alle urne nel 2016, e furono necessari ulteriori quattro mesi.

L’ultimo in ordine di tempo è il caso dell’Olanda. Il paese è rimasto senza governo per circa 208 giorni, eguagliando il record del 1977. Le elezioni di marzo dello scorso anno avevano provocato uno stallo politico, risolto dopo l’accordo tra i partiti che hanno dato vita ad una coalizione di centrodestra, compreso il Vvd del premier Mark Rutte.

 

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