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Cinque italiane tra le 100 aziende più rinomate al mondo

Come sottolinea il Reputation Institute, in un periodo di fake news, cybersecurity e riforme fiscali per le aziende, la misurazione della reputazione e il suo impatto sulla cultura aziendale, diventano una componente essenziale del successo
di Redazione

Il Reputation Institute, la principale società di consulenza che misura la reputazione, ha stilato la sua annuale classifica sulle aziende più rinomate a livello globale, prendendo in considerazione oltre 230.000 valutazioni individuali raccolte nei primi mesi del 2018. Lo studio, per la terza edizione consecutiva, premia Rolex, al primo posto davanti a Lego e Google, new entry del podio, al posto, rispetto la rilevazione precedente, di The Walt Disney Company, scesa quest’anno alla quinta posizione. La seconda parte della top ten, che mostra cambiamenti importanti, conferma Canon al quarto posto, un sorpasso di Sony su Bosch, ora rispettivamente al 6° e 8° posto, e il nuovo ingresso di Adidas, 7°, Bmw Group e Microsoft.

Per quanto riguarda le sole aziende italiane le cinque società citate nella classifica mondiale, tutte presenti tra le prime 50, sono: la Ferrero che si trova al 18°esimo posto – in discesa rispetto al 17° del 2017 -, Armani che dal 28° guadagna il 22° posto, Pirelli che in due anni sale di 10 posizioni, fino alla 30°, Barilla che da 23esima diventa 36esima e Lavazza, nuova entrata di questa edizione.
In generale la classifica del 2018 mostra cambiamenti, innanzitutto ci sono state aziende particolarmente dinamiche, in senso positivo come Samsung che registra +44, poi LG +22, Nestlé +21, Netflix +16, e in senso negativo, come Apple che perde 38 posizioni, Daimler -32, J&J -28, Ab InBev -27 and Estee Lauder -26. Altri cambiamenti strutturali riguardano la tecnologia che ha sostituito l’industria automobilistica come settore più reputato seguita da cibo e bevande, mentre le categorie che risultano più colpite nel declino sono l’alberghiero, i trasporti e le compagnie aeree. Evidente rispetto alla precedente edizione del ranking è la flessione che hanno avuto i punteggi di tutte le aziende, in media diminuiti di 1,4 punti, infatti nel 2018 nessuna società è arrivata a 80 su 100, soglia che consente di definire “eccellente” la reputazione. Lo studio nella sua stesura comprende ranking comparativi e tendenze demografiche, mostrando cosa guida la fiducia dei consumatori. Come sottolinea il Reputation Institute, in un periodo di fake news, cybersecurity e riforme fiscali per le aziende, la misurazione della reputazione e il suo impatto sulla cultura aziendale, diventano una componente essenziale del successo.

 

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