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Come sono andate (finora) le consultazioni al Quirinale

Quali sono le posizioni dei gruppi parlamentari ascoltati dal presidente della Repubblica
di Redazione

Archiviato anche il secondo giorno di consultazioni al Quirinale. Questa volta è stato il turno dei rappresentanti delle principali forze politiche: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto in ordine il Partito democratico, Forza Italia, Lega e Movimento 5 Stelle. Ieri erano stati ascoltati i presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati, il presidente emerito Giorgio Napolitano e i gruppi parlamentari più piccoli.

Cosa hanno detto i rappresentanti ricevuti oggi dal capo dello Stato? Nessuna sorpresa dal Partito democratico. Al termine del colloquio con Mattarella, il segretario reggente Maurizio Martina, che ieri ha annunciato l’assemblea nazionale per il 21 aprile e la sua candidatura alla segreteria, ha replicato quanto già dichiarato nei giorni scorsi. Ovvero: i parlamentari dem sederanno all’opposizione. «L’esito elettorale per noi negativo non ci consente di formulare ipotesi di governo che ci riguardino». Chi ha vinto le elezioni «si faccia carico della responsabilità», ha concluso.

«Lavoriamo per un governo che lavori almeno cinque anni. Partendo da chi ha vinto le elezioni e numeri alla mano coinvolgendo anche il Movimento 5 Stelle», ha spiegato il leader della Lega Matteo Salvini. «Andiamo in Parlamento se ci sono i numeri certi, altrimenti si torna al voto». Un’eventualità che non lo spaventa: «La Lega è un partito nato tra la gente figuriamoci se abbiamo paura di tornare alle elezioni», ha concluso. Quindi Salvini non ha escluso un governo con il M5S? «Speriamo che gli altri la smettano di dire dei no e inizino a dire dei sì come fa la Lega da tempo», ha replicato Salvini, lasciando il Quirinale.

Il capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, ha esordito ammettendo di sentire «la responsabilità di essere la prima forza politica del Paese», chiarendo che con il M5S al governo «l’Italia resterà alleata dell’occidente, della Nato e rimarrà nell’unione monetaria». Il risultato elettorale è inequivocabile, secondo Di Maio: «Sono stati bocciati i governissimi, i governi di scopo e tecnici. Si deve governare per cambiare». Per questo motivo, ha proseguito, il M5S non propone «un’alleanza di governo ma un contratto per il cambiamento dell’Italia, sul modello tedesco. Vogliamo che le forze politiche si impegnino sui punti da realizzare». La Lega o il Partito democratico «i nostri due interlocutori. Sono soluzioni alternative, sia chiaro». «Chiederò subito un incontro con Salvini e con Martina per vedere con quale forza politica ci sono maggiori convergenze», ha concluso.

Il governo «dovrà partire da chi ha vinto le elezioni, cioè il centrodestra, e dal leader della coalizione vincente, cioè la Lega», questa la posizione espressa dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, dopo aver incontrato Mattarella. «Non siamo disponibili a un governo fatto di pauperismi e giustizialismi e populismi e odio che innescherebbe una spirale recessiva e di tasse elevate con fallimenti a catena anche nel settore bancario».

 

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