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Spagnoli più ricchi degli italiani, il sorpasso nel 2017

Secondo i dati del Fondo monetario internazionale il Pil pro capite della Spagna, aggiustato alla parità di potere d’acquisto, nel 2017 ha sorpassato quello dell’Italia
di Redazione

L’Italia continua a crescere, nonostante non abbia un governo, avvantaggiata da un contesto internazionale favorevole. E in linea, dunque, con quanto osservato già in precedenza in Europa, con i diversi casi di paesi senza esecutivo eppure in salute dal punto di vista economico (Belgio, Spagna, Paesi Bassi…). C’è un problema, però. Anzi due. Le stime per il 2018 – che si aggirano sull’1,5-1,6% (questo è trapelato nelle ultime ore da fonti del MEF in riferimento al Def) – non tengono ancora conto delle dinamiche del primo trimestre, periodo dell’anno che dovrebbe invece aver registrato una fase stagnante della nostra economia. Insomma, il rischio che le stime dovranno essere riviste al ribasso effettivamente c’è. Il secondo problema (per noi) è che la Spagna, secondo il Fondo monetario internazionale, ha compiuto il sorpasso ai danni dell’Italia.

Il premier spagnolo, Mariano Rajoy

Era nell’aria, ma ora che si è concretizzato il superamento di Madrid ci pone alcuni interrogativi. Quello che spiega il Fmi, in sostanza, è che gli spagnoli sono diventati più ricchi degli italiani perché il Pil, calcolato alla parità di potere d’acquisto, nel 2017 ha scavalcato quello dell’Italia. La dinamica si è cominciata a verificare dal 2015 (tassi di crescita superiori al 3%) e nello scorso anno ha messo ha segno un risultato definitivamente migliore del nostro. Così, il reddito pro capite della Spagna è di 38.286 dollari contro i 38.140,3 dollari dell’Italia, una differenza di oltre 140 dollari. E stando a quanto riportato dal Financial Times, citando i dati del FMI, il trend proseguirà allo stesso modo. In altre parole la Spagna sarà il 7% più ricca dell’Italia nei prossimi cinque anni, quando dieci anni fa l’Italia era il 10% più ricca.

Certo, per la Spagna restano alcuni problemi legati in buona parte alla crisi economica. Si pensi in particolare al mercato del lavoro, con il tasso di disoccupazione che a febbraio si è attestato al 16,1% mentre in Italia è al 10,9% (dati Eurostat). Eppure, anche in questo caso, siamo al cospetto di un recupero importante: nel 2015, per intenderci, la disoccupazione si collocava ancora al di sopra della soglia psicologica del 20%. Per quanto riguarda il Pil – trainato soprattutto dalla domanda interna – nell’ultimo scorcio del 2017 ha registrato un incremento dello 0,7%, mettendo a segno un importante +3,1 su base annua. Nel 2017 il Pil dell’Italia è cresciuto dell’1,4%, ad un ritmo tra i più lenti in Europa e sotto i valori pre-crisi di oltre cinque punti percentuali.

 

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