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Il valore della “pet economy”

Il 53% degli italiani ammette di non badare a spese per il proprio “cucciolo”, arrivando ad una media di 60 euro al mese
di Silvia Capone

Secondo il Rapporto Assalco – Zoomark 2018, che ogni anno monitora il mondo degli animali domestici, in Italia ci sono circa 60 milioni e 400 mila pet, divisi in 30 milioni di pesci, quasi 13 milioni di uccelli, 3 milioni tra piccoli mammiferi e rettili, con il primato di cani e gatti di cui se ne contano rispettivamente 7 e 7,5 milioni. Dato il rapporto di quasi 1 a 1 che si ha tra la popolazione animale e quella umana, si stima che il 50% delle famiglie abbia con sé un animale domestico e che esso ne sia considerato un vero e proprio componente, infatti il 48% dorme nel letto del proprio padrone, mentre quasi un padrone su due non va in vacanza se non può portare il proprio animale. Quindi non dovrebbe stupire il dato che emerge da un’indagine tra i clienti di Vente-Privee, secondo cui il 53% degli italiani ammette di non badare a spese per il proprio “cucciolo” arrivando ad una media di 60 euro al mese.

L’aumento dei consumi dedicati agli animali domestici, che si riscontra ormai da qualche anno, è trainato maggiormente dal settore dei medicinali da farmacia, il cui business – stando ai dati Iqvia – lo scorso anno è stato di 323 milioni di euro, e per il cibo, che vale oltre 2 miliardi di euro.
Il mercato del pet food è analizzato distinguendo i consumi in base all’animale. L’alimentazione di cani e gatti ha generato un giro d’affari di 2.051 milioni di euro con un tasso di crescita rispetto allo scorso anno del +3,8%, e una crescita del 2,4% dei volumi, registrando in totale 573.940 tonnellate messe in commercio. Mentre la spesa per l’alimentazione degli altri animali da compagnia ha fatturato nella grande distribuzione circa 15 milioni, segnando una flessione cominciata già nel 2016.

L’andamento in positivo del mercato intorno alla cura degli animali domestici rispecchia l’importanza e il cambiamento del ruolo che gli animali hanno subito negli anni, umanizzati tanto che spopolano profili social loro dedicati e così seguiti da essere “pet influencer”. Un discorso a parte è da riservare ai migliori amici dell’uomo, che per questo si sono meritati una ricorrenza particolare “La giornata mondiale dei cani in ufficio”, occasione per recarsi al lavoro con il proprio cane, consuetudine permessa già in molte aziende poiché, come sottolineano alcuni studi, assicurerebbe una maggiore produttività e un ambiente con minor stress.

 

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