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In forte aumento il commercio mondiale di beni

Crescita sostenuta per l'Italia nel 2017. La provenienza territoriale delle vendite sui mercati esteri si conferma fortemente concentrata nelle regioni del Centro-Nord, da cui proviene l’88,1% delle esportazioni nazionali. Il rapporto Istat-ICE
di Redazione

Nel 2017, il commercio mondiale di beni, misurato in dollari ed espresso a prezzi correnti, è in forte aumento rispetto al 2016 (+10,6%) dopo due anni di continue flessioni. Questo è il risultato di un’espansione sia dei volumi scambiati (+4,5%) sia, in misura più marcata, dei valori medi unitari (+6,1%). Risulta in crescita anche il valore nominale dell’interscambio mondiale di servizi (+7,5%). Gli investimenti diretti esteri registrano una decisa diminuzione (-23,4%). In questo quadro internazionale, l’Italia registra una crescita sostenuta del valore in euro sia delle merci esportate (+7,4%) sia di quelle importate (+9%). Queste dinamiche determinano una riduzione dell’avanzo commerciale (2,2 miliardi in meno rispetto al 2016), che nel 2017 raggiunge i 47,4 miliardi di euro. Al netto dei prodotti energetici, l’attivo commerciale è di 81 miliardi di euro, con un ampio incremento sul 2016 (+4,5 miliardi). Nel 2017, diminuisce lievemente – da 2,95% a 2,92% – la quota di mercato dell’Italia sulle esportazioni mondiali di merci (misurata in dollari). È quanto emerge dall’annuario statistico Commercio estero e attività internazionali delle imprese di Istat e ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane).

La quota dell’Italia sulle esportazioni mondiali è diminuita in misura più accentuata in alcune aree geografiche, in particolare Africa Settentrionale (da 7,50% a 7,36%) e Asia Centrale (da 1,25% a 1,14%). Sul fronte opposto, incrementi della quota si rilevano principalmente per America Settentrionale (da 1,83% a 1,91%) e America Centro-Meridionale (da 1,56% a 1,63%). Nel 2017 risultano in crescita sia le esportazioni nazionali di servizi (+8,4%) sia le importazioni (+9,3%). I flussi di investimenti netti diretti all’estero, misurati in euro, sono diminuiti in misura molto marcata (-52,3%) mentre quelli in Italia risultano sostanzialmente stazionari (-0,1%). Germania e Francia si confermano nel 2017 i principali mercati di sbocco delle vendite di merci, con quote pari, rispettivamente, al 12,5% e al 10,3% delle esportazioni nazionali. Gli Stati Uniti si collocano al terzo posto tra i paesi partner, con una quota del 9%; seguono Spagna e Regno Unito (5,2% per entrambe). Tra i principali paesi, i mercati di sbocco più dinamici nel 2017 (incremento della quota sulle esportazioni nazionali pari o superiore a 0,2 punti percentuali rispetto al 2016) sono Cina, Stati Uniti e Russia.

Per quanto riguarda i principali raggruppamenti di industrie, nel 2017 aumenta il deficit nell’interscambio di prodotti energetici (-33,5 miliardi da -26,8 miliardi nel 2016). Si rileva un aumento del saldo di beni di consumo non durevoli (+5,3 miliardi rispetto al saldo registrato nel 2016), beni strumentali (+2,3 miliardi) e beni di consumo durevoli (+0,2 miliardi). Tuttavia diminuisce il saldo dei prodotti intermedi (-3,3 miliardi). Tra i gruppi di prodotti manifatturieri in cui l’Italia detiene nel 2017 le maggiori quote sulle esportazioni mondiali di merci si segnalano: materiali da costruzione in terracotta
(25,72%); cuoio conciato e lavorato, articoli da viaggio, borse, pelletteria e selleria, pellicce preparate e tinte (13,84%); pietre tagliate, modellate e finite (13,48%); cisterne, serbatoi, radiatori e contenitori in metallo (10,46%); prodotti vegetali di bosco non legnosi (6,78%); prodotti della fusione della ghisa e dell’acciaio (6,63%) e tabacco (2,93%). Rispetto al 2016 gli incrementi più rilevanti della quota sulle esportazioni mondiali si rilevano per materiali da costruzione in terracotta (da 23,43% a 25,72%) e tabacco (da 0,85% a 2,93%). Tra gli altri prodotti con quote in aumento spiccano cisterne, serbatoi, radiatori e contenitori in metallo (da 9,70% a 10,46%) e prodotti della fusione della ghisa e dell’acciaio (da 5,89% a 6,63%). La provenienza territoriale delle vendite sui mercati esteri si conferma fortemente concentrata nelle regioni del Centro-Nord, da cui proviene l’88,1% delle esportazioni nazionali, mentre il Mezzogiorno attiva il 10,5% delle vendite sui mercati internazionali. Nel 2017, la quota della Lombardia sulle esportazioni nazionali è pari al 26,9%, quella del Veneto al 13,7%, quella dell’Emilia-Romagna al 13,4%, mentre la quota del Piemonte è al 10,7%. Rispetto al 2016, aumenti dell’incidenza sul totale dell’export si rilevano per le ripartizioni Italia Insulare (da 2,7% a 3,3%) e Italia Nord-Occidentale (da 39,4% a 39,5%).

(fonte: Istat)

 

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