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Occupati ai livelli pre-crisi, ma restano punti deboli

Nel secondo trimestre 2018 l’occupazione cresce a ritmi sostenuti rispetto al periodo precedente (+203 mila, +0,9 punti), ma l'andamento è soprattutto a favore dei dipendenti a termine. I dati Istat
di Redazione

Mercato del lavoro in miglioramento (si registra il recupero dei livelli pre-crisi), eppure, come si osserva ormai da un po’ di tempo a questa a parte, non mancano i punti deboli. A confermarlo è l’Istat che ha diffuso i dati relativi al secondo trimestre 2018. Il periodo di riferimento, spiega l’Istituto nazionale di statistica, si caratterizza per un deciso aumento dell’occupazione rispetto al trimestre precedente, in un contesto di diminuzione della disoccupazione e dell’inattività. Queste dinamiche congiunturali del mercato del lavoro si inseriscono in una fase di lieve decelerazione della crescita del Pil (+0,2% in termini congiunturali e +1,2% su base annua) rispetto al ritmo registrato nei due trimestri precedenti. La crescita economica è in Italia più lenta di quella dell’economia dei paesi dell’area Euro, cresciuta dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e del 2,2% nel confronto con il secondo trimestre del 2017. In Italia la crescita economica è associata a un aumento relativamente elevato dell’input di lavoro, che aumenta in misura più intensa rispetto al prodotto sia su base congiunturale (+0,7%) sia in termini tendenziali (+1,5%).

Dal lato dell’offerta di lavoro, nel secondo trimestre del 2018 l’occupazione cresce a ritmi sostenuti rispetto al trimestre precedente (+203 mila, +0,9 punti) a seguito dell’ulteriore aumento dei dipendenti a termine, della stabilità dei lavoratori a tempo indeterminato e della ripresa degli indipendenti. Il tasso di occupazione aumenta di 0,5 punti, portandosi al 58,7%. Nei dati mensili più recenti (luglio 2018), al netto della stagionalità, il numero di occupati mostra una lieve flessione rispetto a giugno 2018 (-0,1%) e il tasso di occupazione rimane stabile.

Il lavoro, però, continua ad essere perlopiù a termine. L’andamento tendenziale mostra una crescita di 387 mila occupati (+1,7% in un anno), concentrata tra i dipendenti a termine a fronte del calo di quelli a tempo indeterminato (+390 mila e -33 mila, rispettivamente) e della crescita degli indipendenti (+30 mila). Nel secondo trimestre del 2018 l’incidenza dei lavoratori dipendenti a termine sul totale dei dipendenti raggiunge il 17%. Persiste da quindici trimestri l’incremento degli occupati a tempo pieno; tornano ad aumentare i lavoratori a tempo parziale, esclusivamente nella componente involontaria, la cui incidenza sale al 63,7% (+3,1 punti) dei lavoratori a tempo parziale e all’11,9% del totale degli occupati (+0,6 punti).

Nel secondo trimestre 2018 prosegue la crescita dell’occupazione e del relativo tasso per i giovani di 15-34 anni, verificata a livello sia congiunturale sia tendenziale. L’aumento dell’occupazione, benché diffuso per genere e ripartizione, è più intenso per le donne e nelle regioni del Centro e del Mezzogiorno. Il tasso di disoccupazione diminuisce sia rispetto al trimestre precedente sia in confronto a un anno prima, così come quello di inattività. Nei dati mensili di luglio 2018, in termini congiunturali, la diminuzione del tasso di disoccupazione si associa all’aumento di quello di inattività. Nello specifico, nel secondo trimestre 2018, si riducono, a ritmi più accentuati del recente passato, il numero di inattivi di 15-64 anni (-394 mila in un anno, -2,9%) e il corrispondente tasso di inattività (-0,9 punti); in entrambi i casi il calo è diffuso per genere, territorio e classe di età. La diminuzione degli inattivi coinvolge sia le forze di lavoro potenziali (-234 mila, -7,6%) sia quanti non cercano lavoro e non sono disponibili.

(fonte: Istat)

 

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