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Per le donne il gap salariale è ancora evidente

Il nuovo rapporto dell’Oxfam mette in luce come ancora oggi ci siano forti disparità anche contrattuali
di Redazione

Il nuovo rapporto dell’Oxfam Raising their voices against precariousness: women’s experiences of in-work poverty in Europe mette in luce come, ancora oggi, ci siano forti disparità salariali e contrattuali nell’ambito lavorativo tra uomini e donne. Secondo la ricerca, che con i suoi dati fa riferimento al 2017, le donne europee devono lavorare quasi due mesi in più – nello specifico 59 giorni – rispetto agli uomini poiché in media guadagnano il 16% in meno pur essendo in un contesto come quello europeo che è attento alle tematiche di genere.

Oltre al gender gap salariale, l’Oxfam constata la maggior esposizione delle donne a lavori precari che spesso non tengono conto del loro livello di istruzione o delle loro qualifiche professionali, anzi che rendono complessa la conciliazione vita-lavoro fattore determinante nella scelta dell’occupazione dato che, in tutta Europa, il lavoro domestico è in gran parte appannaggio femminile.

In particolar modo, il dossier conferma che l’Italia non è il paese che, in Europa, spicca per uguaglianza di genere anzi: una donna su quattro occupa una posizione lavorativa al di sotto delle sue potenzialità, condizione che influenza fortemente le possibilità di avanzamento di carriera nonché la retribuzione, infatti nel 2017 il 10% delle italiane occupate erano a rischio povertà il che significa che pur avendo un lavoro si trovavano in una situazione familiare in cui il reddito disponibile era al di sotto della soglia di povertà.

La percentuale è minima se si considera che è riferita a donne con un’occupazione, che in Italia sono meno della metà –il 48,9% delle italiane in età lavorativa-. La situazione italiana sull’occupazione femminile ha una delle sue caratteristiche nel cosiddetto part time involontario, condizione che riguarda quasi il 70% delle donne con un lavoro a tempo parziale. La scelta del part-time è infatti spesso obbligata data l’impossibilità, che ricalca la situazione europea, di far conciliare casa, figli e lavoro: il 97% delle donne si prende cura dei propri figli, di contro al 72% degli uomini.

 

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