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«Crescita contenuta», il quadro economico dell’Italia

«L’attuale fase ciclica dell’economia italiana rimane caratterizzata dal rallentamento della produzione industriale accompagnato tuttavia da un recupero delle esportazioni», spiega l'Istat nella consueta nota mensile
di Redazione

«L’attuale fase ciclica dell’economia italiana rimane caratterizzata dal rallentamento della produzione industriale accompagnato tuttavia da un recupero delle esportazioni. Segnali positivi provengono dal mercato del lavoro con una ripresa dell’occupazione e una significativa riduzione della disoccupazione. L’inflazione rallenta, mantenendosi su livelli inferiori a quelli dell’area euro. L’indicatore anticipatore mantiene un profilo discendente, suggerendo il proseguimento di una fase di crescita economica contenuta». Così l’Istat nella consueta nota mensile sull’andamento dell’economia italiana.

A settembre – spiega l’Istat – l’indice del clima di fiducia dei consumatori ha segnato un aumento rispetto al mese precedente. Il miglioramento è diffuso tra le diverse componenti. Nello stesso mese la fiducia delle imprese ha subito un lieve peggioramento condizionata dall’andamento negativo dei giudizi delle imprese di costruzioni. Tra le imprese manifatturiere rimangono positivi i giudizi sulle aspettative di produzione e quelli sugli ordinativi risultano meno negativi rispetto al mese precedente. L’indicatore anticipatore mantiene un profilo discendente, suggerendo il proseguimento di una fase di crescita economica contenuta.

Un segnale, si è detto già all’inizio, è giunto dalla produzione industriale. A luglio, ricorda ancora l’Istat, l’indice della produzione industriale ha mostrato un marcato peggioramento (-1,8% rispetto a giugno) sintesi di andamenti negativi tra tutti i comparti industriali. Il calo di luglio ha più che compensato i miglioramenti congiunturali dei due mesi precedenti: nella media del trimestre maggio-luglio la produzione è quindi diminuita leggermente (-0,2% rispetto al trimestre precedente) a fronte dell’incremento dei soli beni strumentali (+1,1%).

Per quanto riguarda le famiglie, nel secondo trimestre l’accelerazione del reddito disponibile in termini sia nominali sia reali (+1,3% e +1,2% rispettivamente la variazione congiunturale) è stata sostenuta dagli effetti degli aumenti retributivi connessi al rinnovo dei contratti del pubblico impiego (+2,3% la variazione congiunturale dei redditi da lavoro dipendente ricevuti dalle famiglie). La crescita sostenuta del potere d’acquisto non ha però comportato, almeno nell’immediato, un aumento dei consumi, determinando quindi nel trimestre un deciso aumento della propensione al risparmio, che è salita all’8,6% (1,1 punti percentuali in più rispetto al primo trimestre).

Notizie più positive, invece, giungono dal mercato del lavoro. Ad agosto l’occupazione è tornata a crescere (+0,3% su base mensile, pari a +69 mila unità). Il tasso di occupazione ha raggiunto il 59,0%. L’aumento dell’occupazione si distribuisce tra le fasce di età superiori ai 25 anni e interessa sia le donne sia gli uomini. Rispetto alla composizione per posizione professionale tornano a crescere i dipendenti (+0,5% rispetto al mese precedente) trainati dalla componente a termine (+1,5%) ma sostenuti anche da un aumento dell’occupazione permanente (+0,3%).

Per la prima volta da aprile scorso, poi, l’inflazione ha segnato un rallentamento anche se contenuto. La stima preliminare di settembre dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) ha evidenziato una decelerazione della crescita su base annua (+1,5% rispetto a +1,6% ad agosto), influenzata dagli andamenti più contenuti delle voci maggiormente volatili (energetici e alimentari non lavorati) che continuano a costituire i principali fattori a sostegno della crescita. Al netto di queste componenti l’inflazione di fondo è risultata stabile (+0,8%), confermando l’attuale fase di aumenti contenuti. I prezzi italiani hanno continuato a muoversi ad una velocità inferiore a quella media dell’area euro, sia per l’indice complessivo sia per quello core (rispettivamente +2,1% e +1,1% a settembre).

(fonte: Istat)

 

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