UE: in caso di referendum appena il 44% degli italiani voterebbe per restare
L’Unione europea non gode di buona reputazione in questa fase sociopolitica, non è certo un segreto. Eppure fa effetto osservare come appena il 44% degli italiani voterebbe per restare nell’UE nel caso si svolgesse un referendum in stile Brexit. È il risultato più basso tra i 28 (nell’Unione la media si attesta al 66%), che fa ancora più scalpore se si considera che nel Regno Unito – alle prese con il processo di uscita, appunto – la percentuale di quanti vorrebbero ora restare è al 53%.
Secondo l’ultimo sondaggio Eurobarometro – l’indagine è stata condotta a settembre – gli indecisi sul “leave” o sul “remain” – per dirla all’inglese, dove il concetto è stato espresso più volte negli ultimi anni – in Italia è pari al 32%, il 24% si esprimerebbe per l’uscita. Eppure il 65% degli italiani si dichiara favorevole all’euro, questo nonostante siano i meno convinti dei benefici dell’appartenenza all’UE (43%). In questo caso la media europea è al 68% di quanti esprimono un giudizio positivo sull’appartenenza all’UE. I pareri sulla moneta unica – udite, udite – nell’intera UE sono meno lusinghieri di quanto lo siano nel nostro paese, con la percentuale che si colloca al 61%.
Un terzo degli intervistati europei, il 32%, ha un’opinione positiva sul Parlamento UE, il 21% esprime al contrario un giudizio negativo, mentre al riguardo il 43% mantiene una posizione neutrale. Il 48% vorrebbe un’Unione più incisiva in grado di svolgere un ruolo più significativo in futuro, mentre il 27% preferirebbe, in questo senso, un ridimensionamento. A maggio 2019 si voterà per le elezioni europee, un appuntamento importante che però il 44% ammette di non sapere quando dovrà recarsi alle urne. Il 41%, al contrario, dimostra di conoscere la data (si tratta di un aumento di nove punti rispetto a sei mesi fa). Il 51% degli intervistati, infine, si dichiara interessato al prossimo impegno elettorale europeo.
Tra i temi considerati prioritari in vista della campagna elettorale per le europee di maggio, l’immigrazione risulta essere al primo posto (50%) – seguita dall’economia (47%) e dalla disoccupazione giovanile (47%) –, percentuale che in Italia sale addirittura al 71%. Seguono, anche da noi, l’economia e la disoccupazione giovanile, rispettivamente al 62% e al 59%.