Il gioco d’azzardo coinvolge sia adulti che minorenni
La prima indagine epidemiologica sul gioco d’azzardo condotta dall’Istituto Superiore della Sanità, grazie ad un accordo scientifico con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, è anche il più grande studio sul tema poiché coinvolge un campione di 30 mila tra adulti e giovani e stima che 18 milioni di italiani adulti hanno giocato d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno, quasi un uomo su due e circa il 30% delle donne. Di questi 13 milioni giocano in modo sociale, ovvero spesso in compagnia e considerabile sano, due milioni corrispondono ad un profilo che si ritiene essere a basso rischio patologico, quasi un milione e 400 mila italiani presentano un rischio moderato, mentre un altro milione e mezzo sono definiti giocatori problematici, cioè coloro che non riescono a gestire il tempo e il denaro che dedicano al gioco.
L’indagine dell’Iss sottolinea le differenze che intercorrono tra il giocatore sociale e quello problematico, quest’ultimo infatti, oltre ad essere – stando ai dati – più incline ad altre forme di dipendenza quali alcol e sostanze stupefacenti, predilige giochi quali slot e video lotterie, preferibilmente in luoghi che garantiscano la privacy, importante per il 10,7% di patologici, quindi ricercano sale lontano da casa, per l’11,3%, e dal lavoro, mentre i giocatori sociali oltre a non allontanarsi dalla propria abitazione, quasi il 50% si reca in luoghi vicini, preferiscono la disponibilità di altri servizi. L’aspetto economico appare fondamentale nella differenziazione dei tipi di giocatore: il 27,7% dei problematici ha ottenuto prestiti da società finanziarie – rispetto al 4% del “sociale” -, il 14,2% ha richiesto invece prestiti a privati – contro lo 0,9%.
La ricerca riserva un focus sulla ludopatia dei giovani: del campione infatti fanno parte oltre 15 mila studenti provenienti da 201 scuole – sia private che pubbliche – di età compresa tra i 14 e i 17 anni, che normativamente non potrebbero praticare un gioco d’azzardo, ed emerge che 700 mila minori hanno giocato almeno una volta nell’ultimo anno e di questi quasi 70 mila sono già ritenuti giocatori problematici. In generale il 35% sono 17enni prevalentemente del Sud Italia, oltre il 36%, e delle isole quasi il 30%, seguiti dal Centro, Nord Ovest e Nord est, e praticano (una grande differenza rispetto agli adulti), soprattutto scommesse sportive, quasi l’80%, e lotterie istantanee, gioco scelto dal 70% dei minorenni.