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Ora solare, sarà (davvero) l’ultima volta?

Il dibattito è aperto e dal 2019 gli Stati membri dell'UE potrebbero decidere quale orario adottare, solare o legale
di Silvia Capone

Nella notte tra sabato e domenica appena passati, si è nuovamente cambiato l’orario, spostando le lancette degli orologi un’ora indietro. Il passaggio dall’ora legale a quella solare appena avvenuto potrebbe però essere l’ultimo, perché in Europa, essendo un “artificio” sul quale si è molto dibattuto, si sta pensando di abolirlo. Lo scorso marzo, infatti, il Parlamento europeo ha votato una mozione per chiedere alla Commissione un’approfondita analisi di costi-benefici, dal punto di vista economico e per la salute, del cambiamento di ora. La stessa Commissione ha poi ufficialmente presentato la sua proposta per abolire il cambio di ora due volte l’anno, che dovrebbe entrare in vigore già dal prossimo anno (entro marzo, se ci sarà il definitivo parere favorevole), lasciando però ai singoli Stati comunitari la decisione su quale delle due tipologie di orario, solare o legale, adottare.

Dal 2000 una direttiva europea vieta ai paesi dell’Ue di abolire l’ora legale, ovvero quella “estiva” impostata per far guadagnare un’ora di luce in più e quindi di risparmiare anche sull’elettricità utilizzata. Le istanze a favore dell’eliminazione del cambio di ora, in particolare del prolungamento del solo orario solare, sono portate avanti dai paesi del Nord Europa per cui l’ora legale accentuerebbe un fenomeno – il crepuscolo in tarda serata – che già è presente e per cui il risparmio energetico non sarebbe poi così evidente, anzi sarebbe quasi marginale.

A rafforzare la loro tesi, studi che dimostrano gli effetti negativi del cambio due volte l’anno, che non sarebbero traducibili in un semplice malumore da jet lag, ma in quel che chiamano “depressione invernale”, tra gli effetti deleteri e temporanei conseguenti all’arrivo dell’ora legale, ci sarebbero un aumento del tasso di infarti del miocardio e un incremento delle lesioni fisiche legate al traffico dopo il cambio di primavera. Le ricerche però non hanno ancora dato un esito univoco poiché esistono altrettanti che provano la tesi contraria, ovvero che l’ora legale non solo non abbia ripercussioni negative sulla salute, ma che oltre al risparmio dal punto di vista economico, l’ora di luce in più gioverebbe per tutte quelle attività che si svolgono all’aria aperta nei mesi estivi. La Commissione europea ha però presentato la proposta a seguito dei risultati di un sondaggio, a cui hanno preso parte 4,6 milioni di cittadini europei, in cui l’84% dei rispondenti si dice favorevole all’abolizione dei cambi di orario.

In Italia, invece, paese in cui il cambio di orario è in vigore dal 1965, secondo un sondaggio di Izi, società di analisi e valutazioni economiche, l’80% degli intervistati si è detto favorevole al mantenimento dell’ora legale, mentre alla domanda quale dei due orari adottare la preferenza è quasi la metà: il 54% sarebbe a favore del prolungamento dell’orario estivo ed il 46% dell’ora solare. L’Italia è uno di quei paesi, essendo a Sud, in cui il cambio d’ora in estate comporta un effettivo cambiamento sulla vita sociale e su quella economica, infatti secondo le stime di Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, dal 25 marzo 2018 a domenica scorsa, grazie all’ora di luce in più, il paese ha risparmiato complessivamente 554 milioni di kilowattora, pari a 111 milioni di euro.

 

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