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Gli italiani e il risparmio nell’attuale fase di incertezza

Il desiderio di risparmiare è molto forte e riguarda l’86% degli italiani, spiega Acri. Il 38% addirittura non vive tranquillo se non mette da parte dei risparmi
di Redazione

È un’Italia contraddittoria, ma più incline all’ottimismo rispetto al passato, anche se in linea di principio in molti ritengono che la crisi durerà ancora a lungo. È in questo scenario di incertezza che si colloca la fotografia scattata da Acri, l’Associazione che rappresenta le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio Spa, in occasione della 94ª Giornata Mondiale del Risparmio. Tale incertezza, che coinvolge gli italiani, ha degli effetti evidenti sulle decisioni di risparmio e di consumo: la tensione al risparmio, ovvero il desiderio di risparmiare – spiega Acri nello studio -, è molto forte e riguarda l’86% degli italiani, come lo scorso anno, ma ben il 38% addirittura non vive tranquillo se non mette da parte dei risparmi (+1 sul 2017), e il 39% delle famiglie afferma di essere riuscito effettivamente a risparmiare (+2 punti percentuali sul 2017), mentre diminuiscono coloro che consumano tutto il reddito: sono il 37% contro il 41% del 2017.

Aumentano lievemente le famiglie in saldo negativo di risparmio, nota Acri: dal 21% del 2017 al 22% attuale. In quest’ambito decresce il numero di coloro che intaccano il risparmio accumulato (dal 16% dello scorso anno al 14% attuale), ma aumentano coloro che ricorrono a prestiti (sono l’8% contro il 5% del 2017). L’aumento del risparmio lordo delle famiglie (+18% rispetto allo stesso periodo del 2017) è riscontrato anche dall’Istat (Istat – si ricorda – rileva lo stock di risparmio, non il numero dei risparmiatori). Le scelte di consumo divengono, invece, più guardinghe e accorte, frenando la tendenza al recupero dei consumi che si era registrata negli ultimi anni.

Gli italiani sono piuttosto soddisfatti (13% molto soddisfatti e 54% abbastanza soddisfatti) di come gestiscono i propri risparmi: la preferenza per la liquidità è sempre elevata e riguarda quasi 2 italiani su 3, anche se aumentano di 4 punti percentuali coloro che preferiscono investire, quantunque una piccola parte di risparmio. L’investimento ideale non esiste più: gli italiani si dividono in 3 gruppi quasi omogenei: il 30% ritiene che l’investimento ideale proprio non ci sia (-3 punti rispetto al 2017), il 32% lo indica negli immobili (+1 punto sul 2017), il 31% indica gli investimenti finanziari reputati più sicuri. Ultimi, con il 7%, sono coloro che indicano come ideali gli strumenti finanziari più rischiosi (con una percentuale stabile rispetto all’anno passato).

(fonte: Acri)

 

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